sabato, 5 Ottobre, 2024
Società

Indagine Unicef, in Italia il 37% dei bambini esposti a messaggi di odio e il 34% a immagini cruente

“In Italia circa il 37% dei bambini e giovani sono esposti a messaggi di odio e oltre il 34% sono esposti a immagini cruente e violente” È quanto emerge dall’edizione italiana dell’indagine ‘L’esposizione dei bambini e degli adolescenti a messaggi di odio e immagini violente online’ divulgata da Unicef Italia in occasione del SID (Safer Internet Day), la giornata mondiale per la sicurezza in Rete. Con la pubblicazione di questo studio l’Unicef intende evidenziare che l’ambiente digitale è in gran parte non regolamentato e potrebbe esporre bambini e adolescenti a contenuti inappropriati per l’età o potenzialmente dannosi, come messaggi di odio e immagini violente online e su come ciò influisca sul loro benessere e sui loro diritti. L’edizione italiana dello studio “L’esposizione dei bambini e degli adolescenti a messaggi di odio e immagini violente online” realizzato dall’Unicef Global Office of Research and Foresight, si basa su analisi svolte su 31.790 bambini e adolescenti di età compresa tra 12 e 16 anni di 36 paesi, compresa l’Italia, che hanno partecipato a sondaggi, come Disrupting Harm, EU Kids Online o Global Kids Online, tra il 2016 e il 2021. Inoltre, si basa anche su dati sull’accesso individuale a Internet provenienti dal database degli indicatori ICT dell’Unione Internazionale delle Telecomunicazioni.

La probabilità di esposizione

I bambini più grandi sono più propensi a segnalare l’esposizione a messaggi di odio e immagini violente online in quasi tutti i paesi. Secondo questo studio, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che gli adolescenti utilizzano Internet più spesso e in modi più vari, aumentando la probabilità di esposizione che varia, a seconda dei paesi, dall’8% al 58%, risultando meno diffusa in Indonesia e Vietnam (8%) e più diffusa in Polonia (58%). L’esposizione a immagini violente ha mostrato una gamma simile, risultando nuovamente meno diffusa in Indonesia (15%) e più diffusa in Polonia (55%). In Italia circa il 37% dei bambini e giovani sono esposti a messaggi di odio e oltre il 34% sono esposti a immagini cruente e violente.

Il rischio di sperimentare i messaggi

In linea con altre ricerche sui rischi online, l’esposizione a messaggi di odio è associata all’esposizione a immagini violente in quasi tutti i paesi. I bambini che incontrano uno di questi rischi sono più inclini a sperimentare l’altro, determinando contesti nazionali a basso rischio e ad alto rischio. Alcuni paesi gestiscono meglio e con risultati incoraggianti la riduzione dell’esposizione dei minori a specificati rischi online. Se circa la metà della popolazione ha accesso a Internet, ne consegue un forte aumento dell’esposizione dei minori a messaggi di odio e immagini violente online, rendendo quindi la questione di importanza prioritaria per le nazioni con un accesso e un utilizzo di Internet in espansione. Una maggiore accessibilità a Internet è dunque associata a un rischio più elevato. Per l’Italia si nota un alto accesso ad Internet con alto rischio all’esposizione dei bambini a contenuti dannosi. Ma i rischi possono essere sostanziali anche in paesi in cui l’accesso a Internet è basso, suggerendo l’importanza di investire in mezzi di protezione online nella fase iniziale della trasformazione digitale di un Paese.

Una questione globale

I dati dell’indagine dell’Unicef mostrano che la diffusione dell’odio e della violenza online è “una questione globale che coinvolge i bambini e i ragazzi di tutto il mondo”, alcuni fin dalla più giovane età. Per Unicef “sono necessarie misure urgenti, soprattutto nei contesti in cui l’esposizione a contenuti potenzialmente dannosi è elevata”. Laddove più della metà della popolazione ha accesso a Internet, si registra un forte aumento dell’esposizione dei minori a questi rischi, sottolineando la necessità di sviluppare sistemi di protezione online, politiche e regolamentazioni solide man mano che la connettività aumenta. Alcuni paesi, con un alto accesso a Internet, sono riusciti a mantenere una bassa esposizione a messaggi di odio e immagini violente online. Ulteriori indagini sulle politiche e le pratiche di questi paesi potrebbero rivelare soluzioni politiche o legislative protettive come esempio da replicare altrove. Queste potrebbero includere leggi esistenti che regolano i contenuti odiosi e violenti online, o pratiche di moderazione dei contenuti che spesso differiscono per piattaforma o per lingua. Gli sforzi per mitigare l’esposizione a tali contenuti si stanno intensificando, ma sono necessari ulteriori dati per incidere sulle politiche, la regolamentazione e le pratiche del mondo dell’industria.

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