“La caccia uccide anche gli umani: 12 morti e 56 feriti nella stagione venatoria 2023-2024”. Questo è il bilancio reso noto dall’Associazione vittime della caccia (Avc), che ha pubblicato dati e grafici relativi alla stagione appena conclusa, mostrando il numero delle vittime colpite accidentalmente da armi da caccia. A mettere in luce il triste resoconto è l’Organizzazione internazionale per la protezione animali (Oipa), evidenziando come ogni anno l’attività della caccia continui a causare morti e feriti, spesso non cacciatori, “colpevoli solo di essere nel posto sbagliato nel momento sbagliato, per esempio, in un bosco facendo una passeggiata”. L’Oipa chiede a Governo e Parlamento di “valutare seriamente le conseguenze dell’attività venatoria sulla sicurezza pubblica e di mettere mano alla legislazione in materia per evitare che, a fine stagione venatoria, si continui a fare la conta dei morti: cacciatori e non”.
Problema di sicurezza pubblica
L’Associazione vittime della caccia, che nel dossier ha comparato anche le stagioni venatorie dal 2007 a 2024, mostra come ogni anno l’attività della caccia sia ancora fonte di vittime. Per Oipa “quello delle vittime della caccia è un tema ancora poco considerato dalle istituzioni. Eppure – scrive l’Oipa – dato il conteggio delle vittime, Governo e Parlamento dovrebbero iniziare a riflettere sul problema di sicurezza pubblica evidenziato da questi incidenti”. Lo scorso anno la stagione della caccia si è conclusa con un bilancio di 79 vittime, di cui 19 decessi. La stagione venatoria precedente con 90 vittime, di cui 24 morti. Quest’anno il numero registrato, al 31 gennaio, è di 68 vittime in totale ma, come evidenziato dall’ Avc, il dossier verrà aggiornato a fine stagione (il 28 febbraio). Per l’Associazione è possibile che il bilancio conclusivo delle vittime aumenti.
Vittime non cacciatori
Secondo i recentissimi dati rilasciati dalla Avc il maggior numero di casi di vittime umane della caccia si è registrato in Toscana con 10 casi, di cui due minori colpiti. Seguono la Calabria con 6 casi, Campania e Veneto con 4 casi, di cui 2 minori e due casi in Lombardia, di cui 1 minore. Il dossier riepiloga inoltre il numero delle vittime umane ‘non cacciatori’ nella stagione 2023/2024: 28 in totale, tra questi 6 morti e 22 feriti di cui 7 minori ed entrando più nel dettaglio, 13 sono i feriti non cacciatori in ambito venatorio, di cui 2 minori, mentre 9 sono i feriti non-cacciatori in ambito extra venatorio, di cui 5 minori. “Quante vittime umane, senza considerare gli animali, dovrà ancora fare l’attività venatoria prima che questa circostanza diventi un allarme sociale? – rimarca l’Oipa, individuando la grave preoccupazione come “un problema di sicurezza pubblica”.