La morte di Vittorio Emanuele di Savoia, avvenuta ieri a Ginevra all’età di quasi 87 anni (li avrebbe compiuti il 12 febbraio) segna la fine di un’epoca e l’addio a un uomo che ha influenzato la storia italiana, pur portando il peso di una figura controversa. Nato nel 1937 a Napoli, era figlio di Umberto II, l’ultimo Re d’Italia, e di Maria Josè del Belgio. Sebbene nato dopo sua sorella Maria Pia, è divenuto l’erede presunto al trono e principe ereditario durante il breve regno di suo padre nel maggio 1946, fino al referendum istituzionale del 2 giugno dello stesso anno che sancì l’avvento della Repubblica.
L’esilio
La vita di Vittorio Emanuele è stata segnata dall’esilio imposto dalla nuova Costituzione, che proibiva ai discendenti maschi di Casa Savoia l’ingresso in Italia. La sua scelta di sposare Marina Doria negli anni settanta ha ulteriormente complicato la sua posizione, portando a una rottura con il padre Umberto II, il quale si oppose fortemente alle nozze.
Successivamente la morte dello stesso Umberto II nel 1983 ha innescato la cosiddetta ‘crisi dinastica’, poiché le leggi dinastiche di Casa Savoia diventarono oggetto di contesa tra i rami della famiglia, con Vittorio Emanuele e i Savoia-Aosta in lotta per il titolo di vero erede al trono. Dal suo matrimonio con Marina Doria nel 1972 è nato Emanuele Filiberto.
Uomo controverso
La vita di Vittorio Emanuele è stata segnata anche da controversie giudiziarie. Nel 1978 è stato coinvolto in un caso di omicidio in Corsica, ma fu prosciolto nel 1991 dall’accusa di omicidio volontario nei confronti di uno studente tedesco di 19 anni, Dirk Hamer. Nel 2006 il gip di Potenza, Alberto Iannuzzi, su richiesta del pm Henry John Woodcock, ne ordinò l’arresto con le accuse di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al falso, e associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della prostituzione. Sebbene abbia scontato gli arresti domiciliari e il divieto di espatrio, è stato successivamente assolto nel 2010 dal Tribunale di Roma. Il 23 febbraio 2015 Vittorio Emanuele di Savoia ha ottenuto un risarcimento di 40.000 euro per i giorni trascorsi in cella da innocente. È stato condannato solo per porto abusivo di armi da fuoco a 6 mesi con la condizionale.
L’esilio di Vittorio Emanuele e della famiglia ha avuto termine nel 2002 dopo la modifica della Costituzione italiana. Nel medesimo anno, lui e suo figlio hanno giurato fedeltà all’ordinamento repubblicano.
Le spoglie di Vittorio Emanuele con ogni probabilità saranno sepolte all’interno della basilica di Superga, dove si dovrebbero tenere i funerali.
Ricordi
Inutile dire che la scomparsa di Vittorio Emanuele ha suscitato tante reazioni. Positive, ma non sono mancate le critiche. Rivela un aneddoto Gianfranco Rotondi: “Fu con il figlio Emanuele Filiberto tra i primi sostenitori della ‘Dc con Rotondi’ venti anni fa. Emanuele fu sul punto di candidarsi con noi alle elezioni politiche, rinunciò, ma nobilmente fece campagna elettorale come un militante e determinò l’elezione di un deputato nel collegio piemontese. Vittorio Emanuele mi confidò che la sua mamma – detta la ‘regina rossa’ per presunte simpatie socialiste – in realtà aveva votato per la Democrazia Cristiana”. E in segno di rispetto Rotondi ha annunciato la sospensione degli eventi elettorali della ‘Democrazia Cristiana con Rotondi’ in Abruzzo e Sardegna previsti per ieri e oggi. Ha espresso le proprie condoglianze a Vittorio Emanuele il Ministro della Difesa Guido Crosetto: “Lo ricordo con affetto e ricordo le molte volte che, in Piemonte, ho potuto condividerne la compagnia”. Si stringe attorno ai familiari l’Unione Monarchica, ricordando Vittorio Emanuele che, ancora bambino, “fu costretto a lasciare l’amata Italia per un esilio che nessun Paese civile ha mai adottato”. Fratelli d’Italia, tramite il Vicecapogruppo alla Camera Alfredo Antoniozzi, ha espresso dolore per la scomparsa del discendente di casa Savoia, rimarcando però che “tuttavia siamo fieri della Repubblica democratica nata nel 1946”. Sul sito della Casa Reale di Savoia il Principe Aimone si è detto profondamente addolorato per la scomparsa dello zio: “Si chiude un capitolo di storia d’Italia”.
Critiche
Critico verso la figura di Vittorio Emanuele il co-portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli: “Ha impiegato oltre 60 anni per prendere le distanze dalle leggi razziali. Nel 1997, durante un’intervista televisiva, ha rifiutato di scusarsi per il coinvolgimento di un membro della famiglia Savoia nella firma delle leggi razziali. Solo nel 2002, tramite un comunicato emesso da Ginevra, ha preso ufficialmente posizione contro le leggi razziali, segnando la prima volta nella storia di Casa Savoia”. Beatrice Borromeo, che ha diretto la docuserie ‘Il principe’ a lui dedicata, lo ha definito come “un uomo complesso, pieno di senso dell’umorismo e contraddizioni, nel quale convivevano indoli diverse nella cornice di quella sua identità infranta. Prima di tutto, però, c’era il suo aspetto più redimente, quel grande orgoglio di essersi sentito un buon padre”.