sabato, 5 Ottobre, 2024
Esteri

Ostaggi. Dal Qatar proposta ad Hamas

Unrwa, solo la Spagna non blocca i finanziamenti

Non c’è accordo per la liberazione degli ostaggi israeliani e neppure per una tregua prolungata, ma le nuove proposte sono all’attenzione del Gabinetto di guerra. Israele ha nuovamente ribadito che c’è flessibilità sui tempi di un cessate il fuoco, però in nessun caso sarà concordata la fine della guerra. Il primo ministro Benyamin Netanyahu, ha detto che il Qatar ha “un’enorme influenza” su Hamas e quindi dovrebbe fare maggiore pressioni sull’organizzazione palestinese per il rilascio degli ostaggi. “Penso che dovremmo chiedere al Qatar che ospita i leader di Hamas – ha spiegato il premier – di ottenere il rilascio del resto dei nostri ostaggi. È qualcosa di cui parlerò direttamente con loro. Non penso che il Qatar sia un intermediario passivo.” Dunque si rinnova anche l’ostilità diplomatica tra il governo israeliano e il paese arabo che, con Egitto e Stati Uniti, più di altri è mobilitato per i negoziati.

Scandalo Unrwa

Quanto allo scandalo Unrwa il ministro degli esteri israeliano Katz ha annullato gli incontri previsti con il capo dell’organizzazione Onu, Philippe Lazzarini, e ha anche dichiarato che lo stesso Lazzarini “dovrebbe trarre le conclusioni e dimettersi. I sostenitori del terrorismo non sono benvenuti.” E mentre quasi tutti i paesi occidentali hanno sospeso i finanziamenti all’Unrwa, e lo sta valutando anche l’Unione europea, la Spagna ha deciso che manterrà i rapporti con l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi nonostante le accuse riguardanti il presunto coinvolgimento di alcuni dei suoi dipendenti negli attentati del 7 ottobre in Israele. Il ministro degli Esteri, Josè Manuel Albares ha detto che fino ai risultati dell’indagine della stessa Onu: “non cambieremo il nostro rapporto con l’Unrwa” che è “un’agenzia delle Nazioni Unite essenziale per alleviare la situazione umanitaria.”

Usa: no a guerra con Iran

Quanto agli attacchi ai soldati americani in Giordania gli Stati Uniti risponderanno in modo consequenziale Lo ha ribadito il consigliere alla Sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. Il Presidente Joe Biden, ha precisato Kirby, “risponderà” all’attacco “in modo consequenziale, ma non cerchiamo una guerra con l’Iran. Non cerchiamo un conflitto ampio in medio oriente.” Ieri sera però un nuovo attacco: è stata presa di mira la base statunitense che si trova nei pressi del giacimento petrolifero di al-Omar, nella provincia di Deir Ezzor, nella Siria orientale.

Coloni: tensioni politiche

Si anima, invece, la polemica interna in Israele dopo la partecipazione di ministri e di membri della coalizione (12 ministri e 15 deputati) al convegno di domenica per l’incoraggiamento della “emigrazione volontaria” dei palestinesi da Gaza e per la colonizzazione ebraica della Striscia. “Una partecipazione che ha inferto un colpo alla società israeliana in un periodo di guerra, ha arrecato danno alla nostra legittimazione nel mondo e anche agli sforzi di creare un quadro utile per la liberazione dei nostri ostaggi” ha affermato il leader centrista Benny Gantz criticando così quei ministri e quei deputati che vi hanno aderito. Gantz ha osservato “con delusione” che, malgrado ne avessero parlato in anticipo, il premier Benyamin Netanyahu non abbia impedito la partecipazione dei ministri (alcuni dei quali del Likud) e che poi abbia mantenuto il silenzio. “Chi tace e si fa trascinare – ha affermato – non è un leader.” Malgrado l’insoddisfazione, Gantz ha assicurato che resterà ancora al governo “per un senso supremo di responsabilità.” Il ministro israeliano della Difesa Yoav Gallant ha comunque dato rassicurazioni all’Amministrazione americana che i militari israeliani non permetteranno la ricostruzione di insediamenti o avamposti di coloni nella Striscia di Gaza.

Bambini curati in Italia

Ieri sera sono arrivati all’aeroporto di Ciampino, con un volo dell’Aeronautica Militare coordinato dal Comando Vertice Interforze, 14 bambini palestinesi feriti, accompagnati dai famigliari, che saranno curati in Italia. Un primo obiettivo è il trasferimento complessivo di 100 minori palestinesi feriti presso gli ospedali Bambin Gesù di Roma, Gaslini di Genova, Meyer di Firenze e Rizzoli di Bologna. Da diversi giorni una missione coordinata dall’Unità di Crisi della Farnesina, insieme a personale della nostra ambasciata al Cairo, della Difesa, dell’Intelligence, del ministero della Salute e delle strutture ospedaliere coinvolte, si trova presso il valico di Rafah per la preparazione, in stretto contatto con le nostre sedi diplomatiche a Tel Aviv e Gerusalemme, delle misure di evacuazione dei feriti, che coinvolgono la Nave Vulcano della Marina Militare, ormeggiata nel porto egiziano di Al-Arish.

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