Il Presidente di Cia Veneto, Gianmichele Passarini ha ribadito la necessità di istituire “un piano strategico nazionale che metta al centro l’impresa agricola e il reddito. È dallo scorso 26 ottobre, giorno della grande manifestazione a Roma, che Cia ha proclamato lo stato di mobilitazione generale al fine di far emergere le molteplici criticità del mondo dell’agricoltura. Siamo scesi in piazza per far valere le nostre ragioni. Ora proseguiremo nel tenere il punto: rivendichiamo con forza quel piano agricolo nazionale annunciato a più riprese negli anni scorsi dai vari Governi, ma mai realizzato. Abbiamo presentato allo stesso presidente, un pacchetto di proposte immediatamente praticabili ma è chiaro che serve la volontà politica per procedere in tal senso”.
Danni incalcolabili
Passarini ha aggiunto che “in primo luogo, è necessario redistribuire il valore lungo la filiera, prevedendo dei prezzi adeguati a favore degli agricoltori (oggi spesso costretti a lavorare senza ottenere dei margini congrui, ovvero sottocosto). Vanno valorizzate le aree interne, comprese le Terre Alte, per mantenere un presidio economico-sociale nei territori, che altrimenti rischiano lo spopolamento. Il Governo delle acque, inoltre, deve vedere gli imprenditori agricoli protagonisti e non succubi di decisioni prese unilateralmente, dall’alto. Per quanto riguarda la fauna selvatica, urge la modifica della legge 157 del 1992, passando dal principio di protezione a quello di gestione. In Veneto i danni degli ungulati, ma pure dei lupi e delle nutrie, oltre che degli altri selvatici, sono ormai incalcolabili”.
Manodopera e concorrenza estera
Il Presidente di Cia Veneto ha spiegato che è “necessaria maggiore flessibilità relativamente al reperimento della manodopera (la parola chiave è semplificazione), mentre va contrastata la disinformazione. Per esempio, gli agricoltori che inquinano sembra essere diventato un assioma condiviso dall’opinione pubblica”. Infine, Passarini ha parlato della concorrenza estera: “Devono valere le regole della reciprocità commerciale. Queste sono le battaglie che portiamo avanti da tempi non sospetti, con coerenza, competenza e dedizione, col solo scopo di salvaguardare gli agricoltori, l’ambiente e il tessuto economico-sociale. Quando chiude un’azienda agricola, muore una parte del territorio. E questo non deve accadere”.