domenica, 17 Novembre, 2024
Società

Il Papa: “Nell’anno olimpico lo sport favorisca le relazioni di pace”

"La guerra, la più terribile delle malattie sociali”

Athletica Vaticana, la prima società sportiva ‘del Papa’ riconosciuta dal Coni, è stata ricevuta ieri dal Pontefice in un incontro che ha sottolineato l’importanza dello sport come mezzo per promuovere la fraternità e l’inclusione. Durante il suo discorso, Francesco ha evidenziato il ruolo essenziale che questo settore può svolgere nella costruzione di ponti tra le persone, abbattendo barriere e favorendo relazioni di pace, specialmente in un periodo storico segnato dalle sfide.

La ricerca del vero, del buono e del bello

Il Pontefice ha accolto il Cardinale José Tolentino de Mendonca, Prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione, responsabile del dialogo con gli amanti dello sport secondo la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium. Il Santo Padre ha sottolineato l’importanza di riconoscere coloro che praticano lo sport come individui impegnati nella ricerca sincera del vero, del buono e del bello.

L’incontro con Athletica Vaticana, nel quinto anniversario dalla fondazione, ha assunto un significato particolare in questo anno olimpico e paralimpico. Il Vescovo di Roma ha esortato a riflettere sul valore della “tregua olimpica”, auspicando che, in un periodo segnato da difficoltà, lo sport possa contribuire a costruire ponti e a favorire relazioni pacifiche tra le persone: “La mia speranza è che, nel momento storico particolarmente buio che stiamo vivendo, lo sport possa favorire relazioni di pace”.

Solidarietà sportiva

Athletica Vaticana è stata lodata per il suo impegno negli ultimi cinque anni a promuovere la solidarietà attraverso l’attività sportiva. Il Papa ha apprezzato il fatto che l’associazione realizzi queste iniziative non solo partecipando a eventi sportivi internazionali, ma anche organizzando momenti di preghiera e servizio ai più bisognosi: “Con uno stile improntato alla semplicità, esattamente da cinque anni, Athletica Vaticana si impegna a promuovere la fraternità, l’inclusione e la solidarietà, testimoniando la fede cristiana tra le donne e gli uomini di sport, amatori e professionisti”. Il Papa è poi tornato a sottolineare che lo sport è un mezzo per esprimere i talenti individuali, ma anche per costruire la società. Ha evidenziato il valore della fraternità nel contesto sportivo, sottolineando che lo sport insegna che non siamo isole e che, nonostante le differenze, siamo tutti membri della stessa famiglia umana: “Lo sport ha il potere di unire le persone, al di là dalle loro abilità fisiche, economiche o sociali. È uno strumento di inclusione che rompe le barriere e celebra la diversità”.

Regole da rispettare

Il Pontefice ha anche richiamato l’attenzione sulla necessità di rispettare le regole nello sport, incoraggiando a vincere con umiltà e ad accettare la sconfitta con dignità: “Come disse il Venerabile Pio XII rivolgendosi agli sportivi italiani ‘Lo sport è una scuola di lealtà, di coraggio, di sopportazione, di risolutezza, di fratellanza universale, tutte virtù naturali, ma che forniscono alle virtù soprannaturali un fondamento solido”.

Il messaggio del Papa si è concluso con un incoraggiamento ai membri di Athletica Vaticana affinché vedano lo sport come un percorso di vita che contribuisce a costruire una comunità più solidale e a promuovere i valori della vita cristiana: “Ogni atleta, attraverso la disciplina e l’impegno, ci insegna che con la fede e la perseveranza possiamo raggiungere traguardi che mai avremmo pensato possibili. Questo messaggio di speranza e coraggio è cruciale, specialmente per i giovani”, le sue parole.

Giornata Mondiale del Malato

Ieri inoltre il Papa ha inviato un messaggio in occasione dellaXXXII Giornata Mondiale del Malato, che è coincisa con la memoria liturgica della Beata Vergine Maria di Lourdes. Il Pontefice ha espresso il proprio dolore per coloro che, a causa della guerra, si trovano senza sostegno e assistenza, definendo la guerra come “la più terribile delle malattie sociali”, aggiungendo come le persone più fragili siano le prime a pagarne il prezzo più alto.

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