Amar Bendjama, rappresentante permanente dell’Algeria presso l’ONU, ha messo in guardia contro “l’insorgere di un conflitto regionale dalle conseguenze incontrollabili” nel Mar Rosso e ha invitato a “evitare di adottare qualsiasi misura che possa peggiorare la tensione nello Yemen e compromettere i grandi sforzi compiuti dall’Algeria “.Nella prima dichiarazione dell’Algeria come membro non permanente del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, durante un briefing sui recenti sviluppi nel Mar Rosso, Bendjama ha sottolineato che “l’attuale contesto regionale è segnato da rischi di escalation” e che “è essenziale evitare l’insorgere di un conflitto regionale dalle conseguenze incontrollabili”.
Le tensioni nello Yemen
Il diplomatico algerino ha inoltre invitato a “evitare di adottare qualsiasi misura che possa aggravare la tensione nello stesso Yemen e compromettere i grandi sforzi compiuti dall’inviato speciale dell’ONU, che ha ricevuto il sostegno dei partiti locali e regionali”. Dopo aver sottolineato l’impegno dell’Algeria per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, Bendjama ha dichiarato che “gli Stati costieri sono i primi responsabili della sicurezza marittima nel Mar Rosso”, avvertendo che “qualsiasi sforzo collettivo che non conti sulla partecipazione attiva di questi Stati è destinato al fallimento”.
Il commercio globale
Inoltre, ha stimato che questi sviluppi nel Mar Rosso “hanno conseguenze importanti per la sicurezza economica e marittima della regione”, aggiungendo che “il Mar Rosso costituisce un corridoio critico per il commercio globale ed è responsabile di circa il 15% delle attività marittime e protegge le attività marittime Ee della navigazione nella regione. Inoltre, il rappresentante permanente dell’Algeria presso l’ONU ha menzionato la creazione del Consiglio degli Stati del Golfo e dell’Africa sulle coste del Mar Rosso e del Golfo di Aden come “quadro al servizio della sicurezza e degli interessi economici in questa regione marittima strategica. A tal fine, ha chiesto di “rimediare alle cause profonde degli ostacoli alla libertà marittima per ottenere una risposta globale”.