L’anno venturo il Governo dovrà trovare una decina di miliardi in più dei 28 previsti dalla legge di Bilancio che ieri ha avuto il semaforo verde definitivo del Parlamento. Sono quei soldi che il nuovo patto di stabilità ci impone di tagliare dal deficit per i prossimi 7 anni.
Dove trovarli? Le entrate dello Stato crescono in 4 modi: con nuove tasse (ma il Governo non ci pensa proprio), con il recupero dell’evasione fiscale (su 120 miliardi evasi basterebbe un 10-15%), con l’aumento del gettito dovuto alla crescita economica (ma il Pil salirà solo dello 0,8%) oppure con tagli alla spesa pubblica.
Ci sono spese incomprimibili, come quelle per le pensioni. Ed è già un miracolo che non aumentino. Quelle per gli stipendi dei dipendenti della Pubblica amministrazione, che invece cresceranno. C’è poi la spesa sociale per l’assistenza, che andrebbe riordinata e riqualificata. C’è la sanità, che avrebbe bisogno di ingenti risorse per non fallire.
Nessun rigorismo cieco
Il Governo di destra-centro non ha come modello le politiche di Ronald Reagan e di Margaret Thatcher che usarono la scure per tagliare drasticamente la spesa pubblica. Che dopo poco aumentò lo stesso. Questo Governo rifiuta politiche lacrime e sangue e vorrebbe essere attento alle fasce sociali più deboli. Anche per non far aumentare le sacche di emarginazione e non dare fiato alla demagogia populista che fa leva proprio sul malcontento. Ma i conti devono tornare. E allora?
Riordinare la macchina dello Stato e degli Enti locali
La spesa pubblica ha ampi margini di recupero e di efficientamento. Non si tratta solo di autoblù da tagliare. È stato già fatto e con magri risultati. Bisogna razionalizzare i costi delle strutture e rivedere il funzionamento dei Ministeri e degli Enti locali, aumentare l’efficienza dei processi, riallocare il personale dove serve dopo averlo formato adeguatamente. È un lavoro gigantesco e non marginale che nessun governo ha mai preso di petto. La spending review di Monti-Cottarelli è rimasta un’incompiuta: gran parte delle proposte fatte non sono state mai realizzate. Oggi serve molto di più e anche subito.
Una strategia di serietà
Una strategia di razionalizzazione, riqualificazione e risparmio della spesa pubblica potrebbe essere un ottimo argomento da presentare in sede europea per dimostrare la determinazione dell’Italia a mettere ordine nei conti ed avere una macchina amministrativa più snella ed efficiente. Le riforme avviate dalla Ministra Casellati lasciano ben sperare. Ma serve un colpo di acceleratore.