Il ponte sullo stretto di Messina continua a fare sognare e fantasticare milioni di italiani e curiosi sempre più intensamente da oltre mezzo secolo.
È, in effetti, il 1968, quando Anas, ferrovie dello Stato e Consiglio nazionale delle ricerche ricevono il compito di valutare la fattibilità del ponte sullo Stretto di Messina.
Nel 1971, al termine della valutazione positiva, il Governo autorizza la creazione di una società per progettare, creare e gestire il ponte.
Solamente dieci anni più tardi, nel 1981, nasce la “Stretto di Messina SPA”, mentre il primo progetto costruttivo viene alla luce nel 2011, al quale segue una lunga fase dormiente, fino al risveglio con l’attuale Governo che è riuscito a far nascere le fonti legislative e ha stabilito- di massima – un crono-programma: progetto esecutivo entro il 31 luglio 2024, con sette anni circa di lavori e utilizzabilità entro il 2032.
Sarà il ponte più lungo del mondo, ad una sola campata lunga 3.300 metri, con due piloni alle estremità sulla terraferma Sicilia e Calabria.
Il sistema di sospensione sarà costituto da 4 cavi principali, con collasti, pendici, selle, pettini e relativi sistemi di ancoraggio.
I cavi principali sono disposti a coppie ad una distanza di 52 metri e, in proiezione orizzontale, hanno una lunghezza complessiva di 5.070 metri.
Basti pensare, per avere un’idea, che il primato del ponte più lungo del mondo è stato raggiunto di recente, il 18 marzo 2022 e appartiene alla Turchia, col ponte dei Dardanelli, con una luce tra le due torri di 2.023 metri, superando di 32 metri il Ponte dello Stretto di Akashi in Giappone.
La lunghezza totale del Dardanelli è di circa 5.000 metri, le torri sono sommerse per 37 metri nel fondo dello stretto e si elevano fino a 318 metri, con un piano traffico di 36 metri, a circa 70 metri sul livello del mare.
Il ponte sullo stretto di Messina ha misure maggiori e impressionanti sono anche e soprattutto le altre caratteristiche tecniche e metodologie di assemblaggio, per le quali sono coinvolti numerosi esperti di ogni specialità.
Esso avrà un impalcato di 60,4 metri per essere dotato di due carreggiate ciascuna di 14 metri per ogni senso di marcia, oltre a quella di emergenza ed altra per personale di servizio e al centro una linea ferroviaria a doppio binario. Ci si augura che, attraverso ascensori nei pressi dei pilastri, sia possibile anche la corsia per i pedoni e per i velocipedi.
Due piloni – nelle aree più vicine a Calabria e Sicilia che si identificherebbero, di massima, in Calabria nei pressi di Punta Pezzo-Santa Trada-Cannitello, vicino a Villa San Giovanni e in Sicilia nell’area di Torre Faro-Capo Peloro, vicino al Lago di Ganzirri – con i rispettivi blocchi di ancoraggio, devono reggere l’intera struttura. I due piloni sarebbero entrambe alti 399 metri, oltre alle fondazioni, con tre traverse intermedie,
Trattasi di un ponte sospeso di tipo strallato, sorretto da quattro cavi di acciaio – due per senso di marcia di diametro 1, 24 metri cadauno a distanza interasse di 52metri, formato con fili di 5,40mm. trascinati da un capo all’altro via aerea e assemblati in blocchi da 127x 349 e che totalizzano ben 44.323 cavi d’acciaio. Gli stralli sono cavi che uniscono i rispettivi quattro cavi di acciaio agli impalcati aerodinamici pre-assemblati di dimensioni 60x60x4 mt. che saranno sollevati su chiatta e con gru montati partendo dal centro verso le estremità del ponte. Dal passo uniforme degli stralli tra 6-12- 25-50 metri, ad arpa o a ventaglio, dipenderà la maggiore o minore rigidità della struttura, oltre ai blocchi di ancoraggio alle due estremità delle torri a circa 800/900 metri di distanza, senza i quali il ponte non reggerebbe.
Tale opera rientra nel famoso corridoio Scandinavo-Mediterraneo delle reti tra europee dei trasporti, progetto che risale a prima dell’unità d’Italia, il ponte che unisce la Sicilia all’Europa. Infatti al progetto del ponte sono compresi i suoi collegamenti stradali e ferroviari da ambo i versanti.