Alcune ore dopo la sepoltura di Wadea Al-Fayoume, un bambino palestinese-americano di sei anni, famiglia e amici si sono riuniti in un tranquillo ristorante per condividere ricordi e affetto per una vita interrotta in modo tragico. Wadea è stato ricordato come un bambino vivace, pieno di gioia e coraggio, cresciuto vicino all’uomo che ora è accusato di aver compiuto un atto terribile contro lui e sua madre. Lunedì sera, amici e parenti si sono riuniti per una cena presso l’Al Basha Cuisine a Palos Heights, poco meno di due ore dopo la commovente cerimonia funebre di Wadea. Tra sorrisi e lacrime, la sua breve ma significativa vita è stata celebrata con affetto e nostalgia. “Non provava odio o rabbia,” ha detto Mohamed Aly, un caro amico di famiglia che ha conosciuto Wadea sin dalla sua nascita, durante la cena. Era un bambino felice, senza pregiudizi, e questa è stata la testimonianza di coloro che lo conoscevano meglio. La tragica storia di Wadea ha scosso la comunità non solo per la sua giovane età, ma anche per le circostanze brutali della sua morte. Wadea è stato pugnalato ben 26 volte nella sua casa di Plainfield, un atto inspiegabile di violenza che ha lasciato la comunità sconvolta. L’ufficio dello sceriffo della contea di Will ha arrestato e accusato il proprietario di casa, Joseph Czuba, un uomo di 71 anni. Si sostiene che abbia deliberatamente preso di mira Wadea e sua madre, Hanaan Shahin, a causa della loro fede musulmana. Shahin è sopravvissuta nonostante le numerose ferite inflitte. Czuba, che aveva instaurato un rapporto di vicinato con Wadea e sua madre, è stato descritto come un uomo che aveva dimostrato affetto verso il bambino, comprandogli giocattoli, un’altalena e un trampolino. La sua sconvolgente trasformazione da un vicino affettuoso a un aggressore è stata un mistero per molti.