La Toscana è stata la prima a sollevarsi e l’ha fatto prima ancora che il Consiglio dei ministri varasse la norma che prevede un Cpr per regione. “Non darò l’ok a nessun Cpr in Toscana. Si stanno prendendo in giro gli italiani perché il problema dell’immigrazione è come farli entrare e accoglierli, non come buttarli fuori”, ha annunciato il governatore Eugenio Giani. Motivi politici o meno, ora si porrà il problema di individuare questi Centri di Permanenza e Rimpatri. Aree per il trattenimento salito da 6 a 18 mesi; il tempo massimo per fare gli accertamenti, ma anche per avviare l’iter di rinvio nel Paese di origine se non si ha diritto alla protezione internazionale. Un modo anche per evitare che persone entrate illegalmente possano girare liberamente per il Paese.
42 milioni per i Cpr
Oggi in Italia ci sono 9 Cpr per circa 500 posti in tutto. Un’altra decina dovranno essere individuati in zone “a bassissima densità abitativa e facilmente perimetrabili e sorvegliabili” e non dovranno creare disagi al circondario. Non facile se si mette come in Toscana. Il ministro Piantedosi e il collega Crosetto si appoggeranno al genio militare per individuare quanto prima le strutture, probabilmente ex caserme o altri edifici demaniali. L’ultima finanziaria ha stanziato 42 milioni di euro per i prossimi tre anni proprio per l’ampliamento della rete dei Cpr, poi mai realizzata. Oggi i Cpr sono a Roma, Brindisi, Palazzo San Gervasio (Potenza), Bari, Trapani, Caltanissetta, Macomer (Nuoro), Gradisca d’Isonzo (Gorizia) e Torino, che però è in via di dismissione.
Governatori e sindaci
Ma non tutti i governatori sono come Giani. Arno Kompatscher, presidente della Provincia Autonoma di Bolzano, ad esempio, ha riferito di aver avuto rassicurazioni dal ministro Piantedosi che non sarà chiesto di ospitare immigrati da altre regioni e che il Cp avrà una capienza di circa 50 posti e sarà individuato, finanziato e gestito direttamente da Roma. Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia, ha spiegato durante un convegno che “nei Cpr ci sono persone imputate di reati come violenza privata e spaccio”, e retoricamente si è chiesto: “vogliamo lasciarle libere di andare dove vogliono anziché rimpatriarli?” Più preoccupati i sindaci che attraverso Matteo Biffoni, delegato Anci e sindaco di Prato, vuole dal Governo “proposte per fare poi le nostre valutazioni”. Biffoni vorrebbe “un’accoglienza diffusa, sulla rete Sai”, ma anche “incentivi” ai comuni che si accolleranno l’onere dell’accoglienza. Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore (Pd), invece, lamenta troppi arrivi in regione e anche nel capoluogo romagnolo e il collega di Modena, Gian Carlo Muzzarelli (Pd), dice che il Governo “improvvisa in modo irresponsabile” e che “scarica pullman di persone direttamente da Lampedusa, senza alcuna informazione o condivisione preventiva da parte del governo ai municipi.”