venerdì, 22 Novembre, 2024
Sanità

Il “Programma nazionale esiti” per individuare i top per patologia

Ci sono anche ospedali italiani tra i migliori al mondo. Sono nelle classifiche del World’s Best Hospital, realizzato da Newsweek e Statista, che segnala i 250 migliori ospedali al mondo individuati attraverso il parere espresso on line di oltre 74 mila esperti; tra medici, direttori di ospedali e professionisti sanitari. “Le caratteristiche distintive dei grandi ospedali non sono solo l’assistenza di prima classe, la ricerca di prima classe e l’innovazione di prima classe”, ha scritto Nancy Cooper, global editor di Newsweek, ma le migliori istituzioni condividono anche un’altra qualità: “la coerenza.” I migliori ospedali del mondo attirano costantemente le persone migliori e forniscono i migliori risultati ai pazienti, nonché le nuove terapie e ricerche più importanti. Di tutti gli ospedali del mondo, relativamente pochi possono fare tutte queste cose anno dopo anno. “I migliori appartengono ad un club molto esclusivo.”

Gli italiani top del mondo

In questo club, tra gli italiani, primo tra tutti c’è il Policlinico Universitario A. Gemelli di Roma (45° nella classifica mondiale, dietro al St Thomas’ Hospital di Londra e davanti all’Akademiska Sjukhuset di Uppsala in Svezia). Seguono il Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna al secondo posto (52° a livello mondiale), il Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano al terzo posto (72°). Poi a seguire in ordine di classifica, l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (79°), l’Ospedale San Raffaele di Milano (88°), l’Irccs Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia (93°) e l’Azienda Ospedaliera di Padova (98°). Questi ospedali rientrano tutti nelle prime cento posizioni mondiali. A completare la top ten italiana anche l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, l’Ospedale Policlinico San Matteo di Pavia e l’Ospedale Borgo Trento di Verona. Quanto invece alla classifica mondiale nei primi tre posti ci sono tuttiospedali statunitensi: il Mayo Clinic di Rochester in Minnesota, il Cleveland Clinic di Cleveland in Ohio e il Massachusetts General Hospital di Boston.

I migliori in Italia

Anche in Italia esiste una classifica simile, ma incentrata sulle malattie e tenuta dal portale “doveecomemicuro” che utilizza un database di oltre 4.000 strutture tra case di cura, ospedali, centri ambulatoriali, laboratori di analisi o punti prelievi, centri di riabilitazione, centri diagnostici e residenze sanitarie. I dati processati sono quelli del Programma Nazionale Esiti (PNE), gestito da Agenas (l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) per conto del Ministero della Salute. Ogni volta che una persona viene ricoverata in ospedale, viene compilata una scheda che contiene sia le informazioni personali di quella persona (ad esempio il nome o l’età) sia il motivo per cui è in ospedale. Questa scheda viene man mano aggiornata con i trattamenti fatti e con l’esito delle cure fino alla dimissione. Quando il paziente viene dimesso tutte queste informazioni, raccolte nella SDO (scheda di dimissioni ospedaliere) sono inviate alla direzione sanitaria dell’ospedale e contemporaneamente al Ministero della Salute e agli organi competenti, con lo scopo di verificare l’efficienza, il rispetto delle procedure e la buona qualità del servizio sanitario erogato.

Il top per patologia

In questo modo, Agenas monitora a livello nazionale le strutture ospedaliere e ne confronta efficacia, sicurezza, efficienza e qualità delle cure, tramite l’uso di indicatori di patologia derivanti dall’analisi delle SDO. L’obiettivo è il miglioramento di tutti i principali indicatori e il progressivo aumento della qualità dell’assistenza ospedaliera in Italia. Non solo, alcuni indicatori, strettamente legati alla cura all’interno dell’ospedale, possono dare anche un valido aiuto per capire quali sono le strutture che operano meglio rispetto a un certo tipo di intervento o di patologia. In particolare una struttura con volumi alti di trattamento di una malattia rende evidente di essere esperta nel trattamento di quella patologia. Altri indicatori invece aiutano a capire se le procedure sono state applicate, dando quindi un aiuto sulla sicurezza di un intervento.

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