Vivek Ramaswamy, candidato repubblicano, afferma che, in caso di sua elezione come Presidente, deporterebbe i figli nati negli Stati Uniti di immigrati privi di documenti. Una decisione che sarebbe contraria alla legge statunitense. Il 14° emendamento alla Costituzione degli Stati Uniti, ratificato nel 1868, conferisce la cittadinanza per diritto di nascita a tutte le persone nate negli Stati Uniti, indipendentemente dallo status di immigrato dei loro genitori. L’affermazione di Ramaswamy è basata su una interpretazione del 14° emendamento che è stata respinta dalla Corte Suprema. In una sentenza del 1898, la Corte Suprema ha stabilito che il 14° emendamento conferisce la cittadinanza per diritto di nascita a tutti i bambini nati negli Stati Uniti, indipendentemente dallo status migratorio dei loro genitori. Inoltre l’affermazione di Ramaswamy è contraria ai principi di uguaglianza e giustizia. I figli di immigrati privi di documenti sono cittadini statunitensi a tutti gli effetti e dovrebbero godere degli stessi diritti e opportunità di qualsiasi altro cittadino. L’interpretazione del 14° emendamento proposta da Ramaswamy e altri conservatori sembrerebbe volta a creare una classe di cittadini di seconda classe, che sarebbero soggetti a discriminazione e a essere deportati dal loro paese natale.