I cambiamenti climatici e la globalizzazione degli scambi rappresentano la causa del proliferare nelle campagne italiane di vere e proprie ‘specie aliene’ responsabili di ingenti danni, nei campi come nei mari, distruggendo coltivazioni e allevamenti. A lanciare l’allarme è la Coldiretti che mette in risalto i rischi derivanti dall’invasione del granchio blu, ma non solo: a preoccupare è l’avvento di altre razze, dalla cimice asiatica ai pappagallini, dal cinipide del castagno alla Xylella, dal moscerino dagli occhi rossi al calabrone asiatico. A oggi, afferma Coldiretti, in Italia i danni apportati all’ agricoltura corrispondono ad oltre un miliardo.
Temperature record nel 2023
La tendenza al surriscaldamento ha contribuito sicuramente a creare un ambiente favorevole all’ esistenza di nuovi generi. La classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra proprio nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020 mentre anche il 2023 si posiziona in Italia nella top ten degli anni più caldi di sempre .
Danni notevoli per l’ecosistema
Se il granchio blu proveniente delle coste Atlantiche dell’America sta cingendo d’assedio le coste italiane sterminando vongole veraci, cozze, uova, altri pesci e molluschi – sottolinea Coldiretti – a far danni nei campi ci pensa invece il pappagallino, “una specie originaria del Sudamerica che fa strage di frutta e mandorle nelle regioni del Centro Sud, dove sta diventando una presenza fissa anche a causa dei cambiamenti climatici”. La Xylella è arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina contagiando fino a oggi oltre 21 milioni di piante, una strage di ulivi che ha lasciato un panorama spettrale, con oltre 8mila chilometri quadrati di territorio infettato pari al 40% della regione Puglia. La produzione Made in Italy di miele di acacia, castagno, di agrumi e mille fiori è invece minacciata da due insetti killer, il calabrone asiatico (Vespa velutina) e il coleottero africano (Aethina tumida) che mangiano e rovinano il miele.
Frontiera europea inefficiente
l Presidente della Coldiretti Ettore Prandini mette sotto accusa il sistema di controllo dell’Unione Europea con “frontiere colabrodo che lasciano passare materiale vegetale infetto e parassiti vari” e aggiunge: “Una politica europea troppo permissiva, che non applica le cautele e le quarantene necessarie a cui devono essere sottoposti i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni”.