sabato, 21 Dicembre, 2024
Sanità

Veneto, scarseggiano infermieri e si recuperano i bocciati

La Regione corre ai ripari per i medici di medicina generale

Il Veneto concede una seconda possibilità ai corsisti bocciati nei concorsi per diventare operatori sociosanitari nelle case di riposo. Per ovviare alla mancanza nelle 351 strutture del Veneto di 3.500 Operatori sociosanitari, oltre a 2mila infermieri, la Giunta regionale ha deciso di creare una corsia preferenziale, dando una chance in più a chi il titolo non è riuscito a guadagnarselo sul campo. Anziché dover ripetere l’intero ciclo di lezioni come accadeva finora, gli Operatori sociosanitari (Oss) potranno partecipare ad una sessione di recupero per rifare l’esame. In questo modo saranno accorciati almeno di un anno i tempi di reclutamento del personale. La decisione è presa “in ragione della gravissima situazione nella quale versano gli organici delle strutture di assistenza socio sanitaria del territorio regionale”, che contano attualmente 32.510 posti letto. La nuova delibera approvata introduce così tre turni di recupero all’anno, gestiti da organismi di formazione accreditati. La domanda di partecipazione sarà ammessa purché siano trascorsi al massimo 24 mesi dalla bocciatura e il corsista potrà prendere parte alla prova di riparazione una sola volta.

Pd contrario: “scelta disperata”

Da parte sua l’assessora alla Sanità Manuela Lanzarin difende il provvedimento, sottolineando che “non va ad incidere sulla qualità del personale e sulla sua preparazione ma dà solo una seconda possibilità a chi il giorno dell’esame, per una qualche ragione, non ce l’ha fatta”. Semmai, rimarca, andrebbe fatta una seria riflessione a livello nazionale “sul perché sia diventata poco appetibile e priva di vocazioni” la professione degli operatori sociosanitari in una popolazione che è sempre più anziana. Le opposizioni sono contrarie e, soprattutto il Partito democratico, sostiene che la “giunta veneta non sa che pesci prendere e, alla disperata, si mette a ripescare tra i corsisti bocciati.”

Medicina generale, non ci sono medici

Polemiche anche riguardo i medici di Medicina generale che, in Veneto, scarseggiano. Attualmente sono 792 i medici in formazione per diventare MMG, in attesa che, con la pubblicazione del nuovo bando per il triennio 2023-2026, possa partire il corso che mette a disposizione, tra risorse nazionali del Fondo Sanitario e quelle legate al Pnrr, ulteriori 203 posti per la formazione in medicina generale. Tra coloro che attualmente frequentano il corso di formazione 309 hanno un incarico temporaneo o provvisorio di assistenza primaria. Sul tema è intervenuto il Segretario regionale della sanità veneta, Massimo Annicchiarico, da poco chiamato dal governatore Zaia per sistemare soprattutto le liste d’attesa che hanno sollevato tante polemiche tra associazioni di cittadini, ordine professionale e rappresentanze sindacali dei medici e Regione. Annicchiarico ha scritto in una nota che “la carenza di medici” sarà affrontata con l’aumento del massimale individuale a 1.800 scelte per i medici di medicina generale che si rendono disponibili e a fronte di questo sono previsti “il riconoscimento dell’indennità annua di collaboratore di studio ex ACN e di un ulteriore compenso integrativo; il riconoscimento ai medici di continuità assistenziale che si rendono disponibili ad un aumento orario, di un incremento retributivo previsto per tale attività; la possibilità da parte delle Aziende di dichiarare, al massimo per un anno, zona disagiata le sedi di continuità assistenziale in presenza di determinate particolari situazioni riconoscendo ai medici che operano in tali sedi un aumento della quota oraria prevista per tale attività; la possibilità per le Aziende di assegnare incarichi di continuità assistenziale diurna, in via eccezionale, riconoscendo un aumento della quota oraria prevista.”

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