sabato, 23 Novembre, 2024
Economia

Acquistare terreni torna a essere un affare

Analisi Crea, in costante crescita il mercato fondiario. Scende la compravendita di immobili rurali

Acquistare terreni torna ad essere un buon affare e in prospettiva un investimento sicuro e redditizio, a condizione che si abbia passione per l’agricoltura. A spiegare la ragione della crescita di interesse verso i terreni è l’indagine sul mercato fondiario, curata dai ricercatori delle sedi regionali del Crea Politiche e Bioeconomia con il supporto del Conaf – Consiglio dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali – e dei dati pubblicati da altre fonti ufficiali, resi noti dalla Confederazione italiana agricoltori.

Il traino del nord-ovest

L’attività di compravendita di terreni agricoli cresce anche nel 2022, anche se a ritmi più ridotti rispetto all’anno precedente (+1,7% con circa 150.000 atti/anno), con ricadute anche sul prezzo della terra, non sufficienti però a compensare gli effetti dell’inflazione. “Nel 2022 il prezzo dei terreni agricoli ha registrato, rispetto al 2021, un aumento del 1,5% a livello nazionale”, spiega ci la nota della Cia-Agricoltori trainato soprattutto dalla circoscrizione del Nord Ovest (+3,2%) e del Nord Est (+1,2%), mentre nel Centro-Sud intorno a +0,5/+0,8%, con un prezzo medio nazionale che sfiora i 22.600 euro ad ettaro, seppur con evidenti differenze tra il Nord Est (47.000 euro) e il Nord Ovest (35.000 euro) e il resto d’Italia (inferiore a 15.000 euro)”.

I dati di Bankitalia

Il credito e le erogazioni per l’acquisto di immobili rurali (-6% rispetto al 2021) si attestano, secondo Banca d’Italia, attorno ai 350 milioni di euro rispetto ai circa 500 milioni di euro riscontrabili nel periodo 2016-2019. Per quanto riguarda la Pac, gli attesi cambiamenti degli importi degli aiuti diretti al reddito e l’introduzione di nuovi meccanismi premiali basati sulla sostenibilità (ecoschemi), non sembrano avere effetti significativi sul prezzo della terra e si segnala un cauto ottimismo per le aspettative sul futuro.

Canoni d’affitto in crescita

Secondo l’indagine sul mercato fondiario, continua a prevalere la domanda nel mercato degli affitti, trainata soprattutto dai seminativi irrigui nelle aree di pianura, mentre diminuisce lievemente per i vigneti di alto pregio. In crescita i canoni d’affitto, legati all’inflazione, nelle aree dove il mercato è stato particolarmente vivace, mentre in altri contesti il livello dei canoni è rimasto pressoché stabile.

Vitigni, agrumeti e vivaismo

Guardando al prossimo futuro, secondo i ricercatori, “emergono le preoccupazioni degli operatori per l’aumento dei tassi di interesse, la diminuzione degli investimenti da parte delle aziende, le maggiori difficoltà di accesso al credito, oltre che i cambiamenti climatici in corso”. Infine, dal primo sondaggio del Crea “Il barometro del mercato della terra” emerge che la crescita dell’inflazione non sembra aver avuto un impatto significativo sui prezzi della terra”. “In un contesto generale dove prevale l’invarianza delle quotazioni, vi sono ambiti che mostrano una certa crescita dei prezzi dei terreni, come nel caso”, illustra la Cia-Agricoltori, “dei vigneti per vini di qualità, i seminativi irrigui, gli agrumeti e l’orto-floro vivaismo, mentre segna un lieve calo dei prezzi per frutteti, oliveti e pascoli legate alle difficoltà gestionali e di mercato per le prime due tipologie, e alla marginalità dei terreni e alla riduzione degli allevamenti estensivi per l’ultima”.

Il freno delle incertezze

Secondo gli analisti del Mercato fondiario, le prospettive di breve termine, del mercato sull’evoluzione dei prezzi e degli scambi, riguardano un cauto aumento dei prezzi a causa delle incertezze del contesto internazionale e dell’incremento dei costi delle materie prime e dell’energia, per cui è probabile una contrazione del numero dei potenziali acquirenti.

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