Se non indietro tutta, è un avanti con cautela, magari ventre a terra, ma nessun colpo di testa è oggi ammesso. Così il fronte elettorale, di chi insorgeva battendo il tam tan della crisi di governo, che pochi giorni fa issava i bellicosi vessilli chiamando alla pugna truppe parlamentari, ecco che inizia a dissolversi. Ed è un bene, non solo per il premier Giuseppe Conte che è riuscito a rintuzzare i venti di sfiducia, ma lo è soprattutto per il Paese, per Governo e la democrazia parlamentare e, soprattutto, per gli italiani che hanno ben altri problemi da affrontare. Avere i nervi saldi, essere all’altezza del mandato elettorale, delle istituzioni oggi è una priorità assoluta. Lo impongono in primo luogo le avversità che l’Italia ha di fronte, dal Coronavirus – i cui sviluppi globali sono sempre più allarmanti sul piano sanitario – agli scenari economici che fanno già i conti con il gelo dell’economia Cinese, il che significa per l’Italia rivedere all’ingiù tutti i parametri dell’esport.
Saranno difficoltà enormi per le imprese che del Made in Italy fanno il loro vessillo sui mercati mondiali. Ci saranno i contraccolpi della Brexit che dovranno essere ancora quantificati. Così, per rimanere nell’ambito dell’economia e nel portamonete della spesa degli italiani, si accentuano i già pesanti segni di incertezza per il commercio uniti alla brusca frenata della produzione industriale. Uno scenario non certo brillante che deve far riflettere la classe politica con chi schierarsi: con i cittadini che lottano ogni giorno per difendere il loro reddito, le loro attività imprenditoriali, con quanti lavorano per assicurare sevizi e impegno civile, oppure con quanti credono che sia possibile avventurarsi su una disputa elettorale mentre il Paese senza guida rischia di arenarsi su imprevedibili e pericolosissime secche.
Non è aria di naufragio così pur considerando giusto ogni punto di vista di osservazione politica, da quello Renzi a quello di Salvini, da Meloni a Zingaretti, fino alle riflessioni preoccupate di Berlusconi e agli inviti alla calma di Conte, ecco perché a prevalere debba essere lo spirito di corpo di una Nazione in momenti di difficoltà. I moderati che in Italia sono tanti e laboriosi, sanno che ogni cosa può essere migliorata con un po’ di impegno e pazienza, lo sarà anche la riforma della giustizia del ministro Buonafede, che se avesse anche lui più a cuore l’Italia nel suo delicato ruolo istituzionale, eviterebbe di allargare il solco delle polemiche, ascoltando non solo gli umori dei 5S ma il Parlamento, il luogo, dove siamo certi, il dibattito sarà garanzia di soluzioni migliori e condivise.
Di una cosa oggi ha bisogno il Paese di essere unito, concentrato sui problemi e le sfide. Fare azzardi è un gioco pericoloso non si governa un Far West ma una Nazione che ha bisogno di fiducia e di un futuro migliore.