lunedì, 18 Novembre, 2024
Attualità

Parola d’ordine “Sostenibilità”. Per le Pmi è una priorità assoluta

Da un’indagine portata avanti dall’Osservatorio di Deloitte Private, su un campione di 300 aziende italiane di piccole e medie dimensioni, emerge che per 8 PMI su 10 la “sostenibilità” è una priorità assoluta. Inoltre, dal sondaggio spicca che tali aziende guardano positivamente al futuro nonostante l’inflazione, la crisi energetica e quanto avviene nello scenario geopolitico internazionale.

Le imprese intervistate, come sottolineano i promotori, infatti si trovano a dover attuare strategie volte a monitorare una molteplicità di rischi di diversa natura. Ernesto Lanzillo, leader di Deloitte, spiega: “Per affrontare l’impatto di tali fenomeni esterni e continuare a crescere le imprese dichiarano che nel breve termine sarà importante concentrarsi su determinate azioni, come incrementare le iniziative di sostenibilità ed espandere l’ecosistema di business”.

Lanzillo, partendo dunque dalla situazione attuale, evidenzia: “Per le aziende italiane è essenziale adottare un approccio che generi solidità finanziaria ed organizzativa e sia in grado di soddisfare le aspettative degli stakeholder anche in condizioni difficili. In un mercato sempre più globale e interdipendente, ricorrere a modelli di business più sostenibili e aprire a logiche di collaborazione può rappresentare il percorso da compiere per far fronte alla molteplicità delle sfide in atto. Fondamentale presidiare gli standard Esg e collaborare all’interno di ecosistemi virtuosi”.

Nel dettaglio, i due terzi delle aziende intervistate attribuiscono grande importanza a tutti e tre i fattori centrali della sostenibilità Esg (ambientale, sociale e di governance) dando maggiore priorità alla componente sociale (38%), poi alla componente ambientale (33%) ed infine alla componente G (22%). Queste tre dimensioni sono infatti le aree chiave su cui le imprese sono chiamate a confrontarsi con i propri fornitori, clienti e più in generale con l’intero insieme di stakeholder dell’ecosistema in cui operano, incluse banche e istituzioni finanziarie; a tal proposito Lanzillo argomenta: “Per valorizzare pienamente la logica di ecosistema anche a livello di strategia Esg, tuttavia, le imprese devono adottare un approccio meno opportunista ed episodico e più sistematico e strutturale, dove le relazioni con gli altri stakeholder assumono maggiore continuità e una valenza più strategica”.

Secondo Deloitte, quindi, è fondamentale fare il cosiddetto “gioco di squadra”. L’appartenenza a un raggruppamento di imprese virtuose, attraverso il raggiungimento di determinati standard Esg, è ritenuta importante dal 74% delle aziende intervistate per migliorare le capacità imprenditoriali dei rappresentanti aziendali consentendo di acquisire nuove idee. Non a caso per l’Osservatorio la predisposizione alla collaborazione è confermata dal fatto che un quinto del campione interrogato dichiara di avere aumentato il numero di soggetti con cui interagisce. In merito, Lanzillo asserisce: “Fare squadra all’interno di un ecosistema per oltre il 70% delle imprese rende più semplice ed efficiente attuare strategie e programmi di sostenibilità. Collaborare con altre imprese e istituzioni consente infatti di affrontare meglio le sfide attuali e prospettiche, progettando soluzioni innovative grazie al rafforzamento delle rispettive competenze ed expertise e riducendo i costi di esecuzione della strategia condivisa”.

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