Stampa quotidiana e periodica in crisi, televisione stabile e ricavi in aumento per il mondo radiofonico. La relazione annuale dell’Agcom relativa al 2022, spiegata dal Presidente Giacomo Lasorella, fotografa in questo modo il mondo dei media cosiddetti tradizionali che devono fare i conti con le offerte dei servizi proposti dalle varie piattaforme internet che difatti fanno registrare una crescita degli incassi. Male, dunque, la vendita dei giornali cartacei: la riduzione della diffusione totale delle copie è pari al 9,7%, parzialmente compensata dall’incremento delle vendite degli abbonamenti digitali individuali, che segnano un +4,2% rispetto al 2021. Anche la raccolta pubblicitaria è in calo (6,3%). Triste nota: dal 2013 al 2022 il calo delle vendite è stato pari al 61%.
Dal punto di vista della telefonia mobile, viene confermata la supremazia di Tim, Vodafone e WindTre sul mercato (73% il totale) che però nel 2022 hanno ceduto due punti percentuali a vantaggio di Iliad (+1,4 punti percentuali) e degli altri operatori mobili (+0,7 punti percentuali).
Capitolo piccolo schermo
Dallo studio emerge che la Rai si è confermata al primo posto tra gli operatori del settore televisivo (30%), davanti a Comcast/Sky (23%) e Fininvest (20%). In forte aumento il peso delle piattaforme online (tra cui Netflix, Dazn, Tim, Disney+, Prime Video), che guadagnano porzioni di ricavi, arrivando a rappresentare insieme il 17% delle risorse economiche del settore televisivo (+5 punti percentuali rispetto al 2021). L’analisi dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni spiega anche che lo sviluppo del commercio elettronico e la comparsa di piattaforme digitali che forniscono servizi di consegna hanno sostenuto la crescita del mercato dei pacchi postali. Nell’ultimo quinquennio (2018-2022) i volumi sono cresciuti di quasi il 74% e i ricavi dei servizi di consegna dei pacchi sono aumentati del 62%. L’anno scorso sono stati consegnati 986 milioni di pacchi postali per un fatturato di 6,25 miliardi di euro.
Un mercato in calo
In generale, per Lasorella, gli effetti della pandemia e dell’invasione russa dell’Ucraina si sono ancora fatti sentire, ma “non si è arrestato il processo di trasformazione digitale: anzi, le due crisi ne hanno evidenziato la centralità per lo sviluppo economico, sociale e culturale”. Quello delle telecomunicazioni è un settore in cui le risorse si sono ridotte per la forte pressione concorrenziale: il mercato vale 27 miliardi euro, -13,7% in cinque anni. La riduzione delle risorse ha effetti negativi sugli investimenti e sugli addetti diretti del settore, diminuiti “di mille unità per circa 56mila addetti a fine 2022”, ha spiegato il Presidente dell’Agcom. Lasorella ha anche spiegato che di recente è stata avviata una consultazione pubblica per valutare le misure idonee a garantire il rispetto da parte degli influencer delle disposizioni normative e regolamentari analoghe a quelle previste per le televisioni, anche al fine di favorire una maggiore trasparenza e consapevolezza da parte dei cittadini.