Un nuovo appello da parte del Papa sul tema dei migranti esattamente a 10 anni dal viaggio apostolico a Lampedusa (che fu la sua prima meta al di fuori dal Vaticano, un evento indimenticabile che svelò al mondo che idea di Chiesa aveva Francesco e quale sarebbe stato lo stile del suo pontificato). Un argomento, quello dell’immigrazione, molto caro al Santo Padre, da sempre critico verso coloro che osservano le gravi tragedie che accadono nel Mediterraneo, non ultima quella di tre settimane al largo delle coste della Grecia costata la vita a circa 600 persone partite dalla Libia in cerca di una vita migliore. Per il Papa la morte di innocenti, principalmente bambini, in cerca di una esistenza più serena, lontano da guerre e violenze, è un grido doloroso e assordante che non può lasciare indifferenti: “È la vergogna di una società che non sa più piangere e compatire l’altro”, il pensiero di Francesco affidato all’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano. Il Vescovo di Roma ha appunto ricordato il suo viaggio del 2013 nell’isoletta siciliana quando manifestò il suo sostegno e la paterna vicinanza a chi dopo penose peripezie, in balia del mare, approdò su quelle coste.
Sciagure disumane
Ma il suo pensiero è rivolto alle disgrazie che di settimana in settimana avvengono in mare, sciagure “così disumane deve assolutamente scuotere le coscienze; Dio ancora ci chiede: ‘Adamo dove sei? Dov’è il tuo fratello?’. Vogliamo perseverare nell’errore, pretendere di metterci al posto del Creatore, dominare per tutelare i propri interessi, rompere l’armonia costitutiva tra Lui e noi?”. Per il Papa bisogna cambiare atteggiamento perché “il fratello che bussa alla porta è degno di amore, di accoglienza e di ogni premura”. Un fratello, secondo Francesco, “che come me è stato posto sulla terra per godere di ciò che vi esiste e condividerlo in comunione”. Insomma, il Papa ha richiamato tutti a un rinnovato e profondo senso di responsabilità, dando prova di solidarietà e di condivisione. A questo punto il successore di Pietro ha chiamato in causa anche la Chiesa affinché si adoperi con sollecitudine per porsi sulle rotte dei dimenticati, uscendo da sé stessa, “lenendo con il balsamo della fraternità e della carità le piaghe sanguinanti di coloro che portano impresse nel proprio corpo le medesime ferite di Cristo”.
Grazie Lampedusa
Poi un’esortazione a non restare imprigionati nella paura o nelle logiche di parte, ma a essere “cristiani capaci di fecondare con la ricchezza spirituale del Vangelo codesta Isola, posta nel cuore del Mare Nostrum, affinché ritorni a splendere nella sua originaria bellezza”. Francesco nel suo messaggio ha voluto poi ringraziare tutti gli abitanti di Lampedusa per l’impegno di assistenza a favore dei migranti per poi affidare “al Signore della vita i morti nelle traversate”.