In un Paese come il nostro in cui il 66% della popolazione si percepisce collocato nella parte inferiore della piramide sociale e sono meno di 4 su 10 quelli confidano in una posizione sociale migliore per i figli, le recentissime affermazioni fatte da Briatore rimbombano.
A pesare sui giudizi e la pregressa esperienza personale. Per il 5% del campione la propria posizione è |
“I figli dei falegnami devono fare i falegnami, non l’università ”. Questa la frase che ha fatto discutere, salvo poi leggere i “chiarimenti” a quella affermazione. Chiarimenti che hanno fatto ancora più rumore. Billionaire man ha specificato: “Non dico che non si debba andare a scuola o all’università , ma che per l’80% è una piattaforma di disoccupati. Tutto lì, tutto lì. Chi è contro, non ha capito”.
 Flavio Briatore in un video su Instagram ha spiegato perchè le sue parole sarebbero state il fraintese. “Io dico che se il figlio vede che l’attività del padre, ad esempio la falegnameria, va bene, è incentivato da grande a portarla avanti e non andare all’università per trovarsi, come i numeri ci dicono, su una piattaforma di disoccupati”. Briatore ha pure aggiunto che suo figlio Nathan Falco dopo il diploma non farà subito il proprietario di ristoranti se non dopo aver lavorato come cameriere per 6 o 7 anni. |
Davvero noi giovani non abbiamo né ambizione né iniziativa personale ?
Briatore ha raccontato della sua esperienza personale e di aver lavorato in vari settori dopo aver terminato gli studi. Ha sottolineato l’importanza dell’ambizione e dell’iniziativa personale, caratteristiche di cui non saremmo dotati – a suo dire – molti di noi, giovani. Poi, la critica verso il clima di invidia sociale di cui sarebbero vittime coloro che hanno successo. Piuttosto, che essere demonizzata – sempre secondo l’imprenditore – la ricchezza dovrebbe essere vista come uno strumento capace di generare lavoro.
Cosa è la mobilità sociale?
La mobilità sociale indica quel passaggio di individui o gruppi da uno strato sociale all’altro, o da una posizione all’altra, che può essere di classe, di ceto o di stato. è strettamente correlata all’andamento del ciclo economico, che a livello nazionale. La mobilità assoluta indica il numero complessivo di persone che si spostano da una classe all’altra. La mobilità relativa indica il grado di eguaglianza delle possibilità di mobilità dei membri delle varie classi. La mobilità sociale si riduce in periodi di bassa crescita e di alti livelli di inflazione.
Un recente Studio OSCE, l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa riporta che, per chi proviene da una famiglia povera, servano in media 4,5 generazioni per raggiungere un livello di reddito medio. In Italia si arriva addirittura a 5 generazioni, ciò a causa dell’elevato livello di eredità delle condizioni economiche e reddituali, tramandato in sei casi su dieci di padre in figlio a causa di una mancata mobilità dell’istruzione e della classe professionale nonché di politiche sociali insufficienti. |
Troppi i giovani che non studiano e non lavorano
Secondo l’ultimo Rapporto del World Economic Forum, circa la metà dei lavoratori in Italia sceglie lo stesso lavoro dei genitori, soprattutto se si tratta di lavori manuali con redditi non elevati. Una scelta in qualche modo “forzata”  dalle ridotte opportunità di lavoro e da un alto tasso di disoccupazione. A preoccupare è pure l’alto tasso di giovani che non studiano e non lavorano.
*Â Liceale at Liceo Giulio Cesare di Roma e Speaker radiofonica at New Sound Level