La ripresa economica, in Italia, fatica. E non poco. Anzi, il Centro Studi di Confindustria tecnicamente la definisce come “fragile” soprattutto a causa dell’inflazione e del credito più caro che frenano consumi e investimenti. Un vero dramma che si può riassumere così: se gli italiani non comprano, i commercianti non vendono e le imprese non producono. A soffrire sono soprattutto i mondi dell’industria (in questo caso in primis per il rialzo dei tassi di interesse) e delle costruzioni, nonostante il +0,6% del Pil nel primo trimestre abbia fruttato una crescita già acquisita di +0,9% nel 2023. Inoltre la fiacchezza nei mercati di sbocco ferma l’export.
Frena il credito bancario
Entrando nei dettagli, l’analisi dice che l’inflazione ha ripreso la tendenza al ribasso a maggio rispetto ad aprile grazie soprattutto alla riduzione del costo del gas che di conseguenza rallenta i prezzi energetici al consumo. In aumento i beni alimentari (+11,4%), ma non sono previsti ulteriori rincari nei prossimi mesi perché le materie prime non mostrano ulteriori rincari. Brutte notizie anche per il tasso pagato per i prestiti dalle imprese italiane che è salito ancora in aprile (4,52%). Inoltre le condizioni sempre più onerose stanno frenando il credito bancario, che è in forte riduzione (-1,9% annuo in aprile). Il motivo va ricercato nel continuo rialzo del tasso della Banca centrale europea, in chiave anti-inflazione, portato al 4,00% a giugno, anticipando un ulteriore rialzo a luglio. Come già accennato, anche il mondo dell’edilizia non è al massimo della forma: la produzione delle costruzioni ha subito una forte flessione in aprile (-3,8%), dopo il +1% nel primo trimestre.
Impatto Covid sui pasti fuori casa
Accusa il colpo la manifattura (-2,1%), settore che finora aveva tenuto bene. La spesa delle famiglie per gli alimentari è in forte riduzione (-3,7% nel 2022; -8,7% nel quarto trimestre 2022 dal primo 2021), mentre aumentano i pasti fuori casa o il ricorso alla consegna dei cibi a domicilio. Si tratta con netta evidenza di una delle dinamiche nate dall’impatto del Covid e dall’uscita dalla pandemia che ha influenzato le abitudini degli italiani, ma anche il diverso impatto dell’inflazione sui diversi settori produttivi e merceologici (+11,4% annuo gli alimentari, +6,5% i ristoranti). Facendo un giro del mondo, ecco segnali di rallentamento nell’Eurozona, negli Stati Uniti brutto stop per l’industria. Per la Cina una ripartenza sotto le attese. Bene la manifattura indiana, trascinata dalla domanda domestica e internazionale, e anche quella russa, che segna il record da fine 2000 per la crescita dell’occupazione. L’industria brasiliana, invece, resta in calo, seppur in lieve miglioramento a maggio.
Bene il turismo
Secondo il report di Confindustria, ci sono comunque fattori positivi che interessano il settore dei servizi, come il prezzo del gas che resta basso e l’occupazione che continua, se pur a livello minimo, ad aumentare (+0,2% in aprile). Il turismo in Italia, ad aprile, ha fatto registrare un +30,7% sul 2022 (in termini di spesa dei viaggiatori stranieri) ed è ormai stabilmente sopra i livelli del 2019.
La preoccupazione dei Consumatori
In generale, lo studio di Confindustria fa allarmare Massimiliano Dona, Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori: “Sono dati preoccupanti, gli italiani sono a dieta forzata a causa dell’inflazione alle stelle che, dopo i beni energetici, ha colpito soprattutto gli alimentari con rialzi lunari, oramai del tutto ingiustificati”.