NAPOLI (ITALPRESS) – "Le adozioni internazionali fra crisi e prospettive" è il titolo del seminario di studi organizzato nell'Auditorium della Regione Campania, al Centro direzionale di Napoli, dal Garante regionale per l'Infanzia e l'Adolescenza, Giuseppe Scialla. "Ho promosso questo incontro chiamando a raccolta le maggiori istituzioni nazionali, i responsabili delle organizzazioni che fanno questo e tante coppie che hanno adottato e portano la loro testimonianza" spiega Scialla che riporta i dati Istat del primo trimestre del 2023 sul calo demografico e sottolinea la necessità di intervenire sulle procedure di adozioni internazionali dei minori per renderle più rapide e flessibili. "La Regione Campania, che fino al 2021 non era nelle prime sei regioni per domande di adozioni, oggi è la seconda subito dopo la Lombardia, avanti la Toscana. Il tribunale di Napoli invece, è primo in Italia, poi viene Firenze e poi Milano proprio per i processi legati alle adozioni" aggiunge Scialla che lancia una proposta: "Vorrei vedere che i minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio campano, invece di essere inseriti in case famiglie, fossero dati in adozione alle famiglie che garantirebbero loro maggiore serenità e affettività". Nel corso dell'incontro tanti sono stati i contributi forniti da docenti, esperti e istituzioni. Tra i vari da segnalare l'intervento di apertura di Vincenzo Starita, vice presidente della CAI, la Commissione Adozioni Internazionali. Le conclusioni sono state affidate invece a Gemma Tuccillo, consigliere personale del Ministro della Giustizia, Carlo Nordio. "Quello delle adozioni internazionali è un fenomeno estremamente complesso. Ci sono dei paesi che hanno delle procedure più sollecite e paesi che purtroppo hanno procedure un po' più lunghe. Ad oggi, dal momento del conferimento dell'incarico, fino al momento in cui il minore viene autorizzato ad entrare in Italia il periodo medio di attesa è pari a circa 3 anni, è un periodo abbastanza lungo e va sommato all'anno che ci vuole per ottenere l'idoneità che porta a un periodo medio di attesa di circa 4 anni". E' l'analisi di Vincenzo Starita che indica, ad oggi, India e Colombia come modelli virtuosi da seguire per provare a sveltire le procedure, ma riporta anche un dato del nostro Paese che merita una sottolineatura. "In Italia c'è un grosso desiderio delle famiglie di adottare e molte famiglie sono disponibili ad adottare bambini portatori di bisogni speciali: siamo il primo paese al mondo per adozioni dei minori 'special needs', addirittura ci assestiamo su medie che superano il 60% complessivo dei minori che entrano in Italia. Questo dimostra che, seppure tra mille difficoltà e con la necessità di trovare dei sostegni economici e di aiuto dei servizi socio sanitari per queste famiglie coraggiose, l'adozione è un istituto che è in crisi ma non sta morendo". "Io penso che al mondo delle adozioni non si conferisce mai abbastanza attenzione ed importanza se si pensa alla delicatezza e difficoltà del percorso adottivo, non solo sotto il profilo strettamente burocratico, quanto sotto al far acquisire alle coppie la consapevolezza della sfida che costituisce il percorso adottivo e il profondissimo valore di una scelta che è di infinito amore nei confronti del bambino ma anche di se stessi e della collettività tutta" sostiene invece Gemma Tuccillo che poi conclude: "La cosa molto importante da tener presente è, uso un termine orribile ma che è quello che maggiormente fa comprendere, lo squilibrio tra domanda e offerta: è proprio per questo che è tanto importante valorizzare anche i percorsi di adozione internazionale perché questo può riequilibrare lo squilibrio e in qualche misura può anche abbreviare i tempi". – foto: xc9/Italpress (ITALPRESS). xc9/pc/red 12-Giu-23 18:01