martedì, 17 Dicembre, 2024
Economia

Pnrr e RepowerEu. Fitto tratta su tempi e risorse. Roma in ritardo sulla riscrittura del Piano

Metsola presto in Italia per un confronto sui dossier da chiudere

Sarà chiaro nelle prossime ore se Raffaele Fitto, ministro per gli Affari Ue, e il Pnrr, otterrà l’assenso di Bruxelles per la “flessibilità delle risorse”. Se ci sarà il via libera per includere nel RepowerEu i progetti di efficienza energetica che l’Italia non riesce inserire nel Pnrr. È il nocciolo del negoziato che vede Roma in affanno verso una Commissione Ue che segue con attenzione i ritardi dell’Italia nel definire la riscrittura di parte del Pnrr. La missione di Fitto iniziata in sordina è accompagnata dagli auspici del Governo che ha a cuore l’evolversi del confronto. Se ci sarà semaforo verde l’Italia potrà ridisegnare il Pnrr inserendo i progetti della transizione energetica dal Piano al RepowerEu. In ogni caso il capitolo transizione verde è il cuore della trattativa tra Roma e la Commissione. Una linea di azione che sa di arabesco e lascia intendere come sia complessa e non scontata la trattativa con la Commissione Ue.

La difficile rivoluzione Verde

Per comprendere le difficoltà bisogna ricordare cosa rappresenta per l’Unione il piano RepowerEU. L’obiettivo è assicurare la diversificazione delle forniture energetiche che prime venivano fornite dalla Russia, accelerando la transizione verso le fonti rinnovabili.
Rivoluzione verso le rinnovabili che l’Italia ha difficoltà ad affrontare. Sono quattro le azioni previste da RepowerEU: il risparmiare energia; il diversificare l’approvvigionamento; il sostituire rapidamente i combustibili fossili accelerando la transizione verso l’energia pulita; il combinare investimenti e riforme in modo da ottenere risultati concreti. Per questa rivoluzione energetica l’Unione investirà complessivamente oltre 210 miliardi di euro nei prossimi 5 anni. Le risorse provengono in parte dal Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza che rende disponibili 225 miliardi di euro sotto forma di prestiti e 20 miliardi in forma di sovvenzioni. L’Italia al pari degli altri Stati potrà aggiungere un capitolo RepowerEU al Piano di ripresa per orientare gli investimenti verso le fonti rinnovabili.

Fitto tesse i rapporti

In questo scenario, tra urgenze e ritardi, il ministro Fitto prova a tessere una rete di rapporti sia istituzionali che tecnici. Ieri ha incontrato i funzionari con il quali il confronto era partito sotto traccia, e successivamente ha avuto un colloquio con la presidente del Parlamento Europeo, Roberta Metsola, attesa in Italia nelle prossime settimana proprio per definire alcuni dossier.

La Commissione vigila

La prima grana per il ministro per gli Affari Ue e il Pnrr, è arrivata ieri con una nota della Commissione in cui si sottolinea che l’Italia è ancora in ritardo. E, soprattutto, Bruxelles non ha ancora notizie certe del Pnrr modificato, per il quale il Governo aveva chiesto più tempo. La nota, inoltre, rimarca come Roma può contare su 2,7 miliardi aggiuntivi per il Repower ma che questo deve contenere “nuove misure e nuovi investimenti”. Non proprio un benvenuto, che, tuttavia mette in evidenza il tema, ossia che il ridisegnare il Pnrr ampliando i progetti del RepowerEu, è “l’oggetto di discussione”. La Commissione segue due indirizzi, il primo il rispetto dei criteri oggettivi – previsti dal Regolamento del Recovery – per modificare i target del piano. Il secondo è comunque il dialogo costruttivo con il Governo. A confermare questa linea di apertura una nota del portavoce dell’esecutivo Ue che rivela, “c’è stato uno buono scambio di vedute tra alti funzionari della Commissione e la delegazione italiana guidata da Fitto”. Le fonti interne alla Commissione aggiungono che il confronto dal RepowerEU si è esteso alla terza e quarta rata del Pnrr.

La terza rata in arrivo

Il tempo infatti stringe. Per la terza rata, il ritardo supera il mese ma i fondi sono in dirittura d’arrivo. “La terza rata arriverà prossimamente e l’Italia a quel punto avrà avuto il 60% delle risorse”, fa presente il commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni.
Mentre per la quarta rata, i problemi non mancano, forse l’Italia dovrà rinunciare ad una parte delle delle risorse accordate. Di avviso contrario il Ministro dell’economia e finanze, Giancarlo Giorgetti che non vede intoppi e sottolinea: “Non rinunceremo a nessun finanziamento del Pnrr”. Osservazione che poggia sul dato che il negoziato sul nuovo Pnrr tra Italia e Commissione prosegue nella consapevolezza che le risorse non possono essere rinviate e non andare a buon fine, quindi c’è solo un serrare i ranghi “sulla necessità dell’urgenza del lavoro in corso”.

Coinvolgere le grandi imprese

Gli impegni presi da Roma prevedono che il Piano modificato sia inviato al più presto, ma la difficoltà è nel trovare i target giusti dove focalizzare le risorse. Tra gli obiettivi restano il digitale e l’efficienza energetica, con un occhio alle imprese partecipate dello Stato.
“Ci concentriamo su progetti che garantiscano la sostenibilità energetica”, commenta ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, “Mi riferisco alle grandi imprese a controllo pubblico, nel campo di approvvigionamento e produzione energetica, reti di distribuzione, gasdotti e reti elettriche”. La possibilità di coinvolgere le aziende di Stato è infatti uno dei temi che Fitto presenterà ai Commissari. Se ci sarà il via libera allora almeno per metà estate il Pnrr andrà avanti senza ulteriori intoppi.

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