Le grandi manovre all’interno della maggioranza in vista delle elezioni europee del 2024 sono già iniziate. La Lega è sta faticosamente cercando di farsi spazio rispetto al peso di Fratelli d’Italia rafforzato da un rapporto più lineare e collaborativo con Forza Italia. Meloni finora è riuscita a contenere le pressioni della Lega che vorrebbe porre le sue bandierine su vari temi tra cui quelli dei migranti e delle pensioni anticipate. In pratica, la campagna elettorale parte con un anno d’anticipo nella maggioranza, con i tre partiti del destra-centro impegnati in una competizione che influirà non poco sulle scelte del Governo nei prossimi mesi. Uniti in coalizione in Italia i tre partiti in Europa appartengono a tre diverse famiglie le cui strategie peseranno anche sui delicati rapporti interni sui cui si regge il Governo Meloni.
Forza Italia sta con i democristiani del Partito popolare europeo (PPE), la Lega con il gruppo di Identità e Democrazia (ID) insieme agli estremisti di destra francesi di Le Pen e tedeschi dell’AFD, Fratelli d’Italia nel gruppo dei Conservatori e Riformisti (ECR) insieme a partiti nazionalisti e sovranisti e all’estrema destra spagnola di Vox.
Non è un mistero che siano in corso tentativi per avvicinare il PPE e il gruppo ECR anche in vista di un’ipotetica nuova coalizione nl Parlamento europeo che vorrebbe scalzare l’attuale “maggioranza Ursula” ed esprimere una presidente della commissione di centro destra. Queste manovre a Bruxelles hanno portato ad un riavvicinamento tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, accelerato anche dalle recenti decisioni ispirate da Marina Berlusconi e Marta Fascina che hanno isolato l’area forzista più vicina alla Lega e che fa capo a Licia Ronzulli.
Oggi Giorgia Meloni può sentirsi più tranquilla rispetto al partito di Berlusconi che difficilmente le creerà problemi o le tenderà tranelli. Diverso è il rapporto sempre più complicato con la Lega.
Salvini che sperava di poter fare asse con Forza Italia e condizionare fortemente il Governo non ha sponde e sta cercando di crearsi spazi provando a rivestire i panni dell’oltranzismo con cui aveva giocato la partita nel governo Conte 1. Finora ha ottenuto poco o nulla. Sul tema dell’immigrazione ha tentato un affondo per dimostrare che il “duro e puro” è lui e che è in grado di spostare il Governo sulle sue posizioni. Ma non ci è riuscito. Meloni ha un canale di dialogo costante col Quirinale e dà ascolto alle sensibilità di Mattarella su questo tema.
Su un altro tema caro a Salvini come i pensionamenti anticipati Meloni sta prendendo tempo. E della flat tax certo non si parlerà da qui a un anno. Cosa si inventerà Salvini per dimostrare che la sua presenza nel Governo è determinante? La fantasia non gli manca, ma Meloni per ora ha saputo tenere i nervi saldi e il sangue freddo. È una partita a scacchi in cui vince chi la sa lunga.