Solidarietà e sostegno dalle agenzie delle Nazioni Unite e dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. E’ quanto chiesto dal Governo libico per migliorare le condizioni dei migranti nel Paese. Nella reazione al rapporto della missione d’inchiesta delle Nazioni Unite sulle violazioni contro l’immigrazione clandestina in Libia, il Governo di unità nazionale sottolinea che la Libia rifiuta di essere ritenuta responsabile per il fallimento della comunità internazionale nel risolvere “questo documento spinoso e doloroso” e ha chiesto di ampliare e intensificare il sostegno del programma di rimpatrio volontario. Il ministero degli Esteri libico ha sottolineato come alcuni centri di detenzione all’interno di Tripoli mancavano di aiuti internazionali o avevano poco sostegno da parte di organizzazioni internazionali.
Il ministero ha osservato che la maggior parte dei centri gestiti dal Governo curano gli immigrati clandestini nei centri sanitari privati a spese dello Stato e forniscono regolarmente pasti gratuiti, mentre le attività della società civile e le iniziative individuali dei libici forniscono aiuto e sollievo ai migranti all’interno dei centri di detenzione in tutto il Paese. Il ministero ha sottolineato che il rapporto delle Nazioni Unite non ha menzionato la collaborazione nello smantellamento delle reti locali lehgate al traffico di immigrati clandestini a Bani Walid, Al-Qurayyat e Al-Shwerif. Ha inoltre evidenziato il successo delle autorità libiche nel liberare molti migranti tenuti prigionieri in centri di detenzione illegali gestiti da bande internazionali di trafficanti.