È stata inaugurata la mostra “Gli Spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale”, a cura del prof. Riccardo Naldi docente di Storia dell’arte moderna all’Università L’Orientale di Napoli e del prof. Andrea Zezza docente di Storia dell’arte moderna all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, visibile al Museo e Real Bosco di Capodimonte fino al 25 giugno prossimo, che vedrà esposte le opere di alcuni dei più importanti artisti del Rinascimento Spagnolo; tale progetto espositivo è stato realizzato insieme al Museo Nacional del Prado, successivamente all’evento ivi inaugurato il 18 ottobre 2022 “Otro Renacimiento. Artistas españoles en Nápoles al comienzos del Cinquecento”.
Grazie a questa importante collaborazione, per la prima volta dopo 400 anni, la “Madonna del Pesce”, realizzata nel 1514 da Raffaello Sanzio per conto di Giovanni Battista del Duce per la cappella di Santa Rosa da Lima a Napoli, dove restò fino al 1638, lascia Madrid per tornare nella città in cui fu concepita; il dipinto venne sottratto dai governanti spagnoli e trasferito al monastero dell’Escorial verso la metà del Seicento, senza più uscire dalle sue mura.
La rassegna napoletana è dedicata a uno dei momenti più fertili della civiltà artistica napoletana; il trentennio 1503 al 1532, periodo in cui si estingue la dinastia aragonese con il passaggio del Regno di Napoli sotto il dominio della Corona di Spagna.
I cambiamenti artistici di quegli anni, realizzati da Leonardo, Michelangelo e Raffaello ebbero grande diffusione nella penisola Iberica tanto che, in quel particolare momento storico di transizione dagli aragonesi agli spagnoli, molti artisti giunsero in Italia per apprendere personalmente da loro, consentendo un nuovo sviluppo culturale in una Napoli ancora molto viva e contribuendo a stringere la cultura rinascimentale tra le due sponde del Mediterraneo.
La mostra propone 66 opere di pittura e scultura eseguite da alcuni dei principali artisti spagnoli trasferitisi appunto in quegli anni a Napoli, quali Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloé, Pedro Machuca, Alonso Berruguete che divennero protagonisti dell’eccezionale stagione artistica della città nel primo Cinquecento, sostenuta dalla protezione degli Ordini religiosi e dell’aristocrazia, desiderosa di lasciare una traccia indelebile della propria grandezza finanziando opere di ambiziosa magnificenza.
L’apertura della mostra è stata preceduta da una Conferenza Stampa, presieduta dal Direttore Generale del Real Museo e Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger, che ha focalizzato la sua introduzione sul concetto di grazia e bellezza, citando Jean De La Fontaine: «La grazia è più bella ancora della bellezza» inoltre, ha espresso profonda gratitudine per ogni persona coinvolta nel progetto.
il Direttore del Museo Nacional del Prado, Miguel Falomir Faus, ha sottolineato l’importanza della collaborazione tra Napoli e Madrid in questo importante progetto, auspicando una futura ed intensa collaborazione.
Il Ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano nel suo discorso, delineando il contesto storico degli Spagnoli a Napoli, ha evidenziato quanto fosse già importante parlare non di dominazione bensì di integrazione, poiché la Spagna ha lasciato profonde radici letterarie, artistiche e culturali nella storia del Regno e successivamente della Città di Napoli.