Le storie di spie “illegali” russe nei Paesi europei finiscono sempre più spesso sulla stampa. L’ultimo, in ordine di tempo, è stato il caso dei coniugi arrestati in Slovenia. Maria Mayer e Ludwig Gish si erano stabiliti nella capitale slovena, Lubiana, nel 2017 con due figli piccoli. Dopo sei anni sono stati arrestati perché è stato scoperto che spiavano per conto della Russia.
Cosa facevano le spie nella vita di tutti i giorni
The Guardian ha rivelato alcuni retroscena di questa vicenda di spionaggio, arrivando ad incontrare persone che conoscevano personalmente le due spie. Tutti tendevano a commentare che “la famiglia latinoamericana era amichevole e non prepotente, curiosa ma non invadente”.
Dopo essersi trasferita in Slovenia, Maria Mayer ha aperto una galleria d’arte online e Gish ha gestito una startup nel settore delle tecnologie Informatiche. Hanno detto ai loro “amici” che a portarli in Europa era stata la paura della criminalità di strada in Argentina. Nella loro narrazione, la tranquilla e montuosa Slovenia avrebbe cambiato le vite in meglio.
I vicini hanno detto che il nucleo familiare appariva una famiglia normale e tranquilla. Quindi è stato uno shock per tutti quelli che li conoscevamo quando hanno scoperto che Mayer e Gish erano al centro di una delle operazioni di intelligence più segrete della Slovenia.
Le forze dell’ordine hanno fatto irruzione nella loro casa, arrestando la coppia e consegnando i due figli ai servizi sociali. La polizia ha perquisito anche l’ufficio di proprietà della coppia, dove è stata ritrovata un’enorme quantità di denaro contante, il cui conteggio ha richiesto diverse ore.
La coppia si è rivelata essere una coppia di agenti “illegali”
I media sloveni hanno riferito degli arresti di Mayer e Gish, collegandoli all’intelligence russa. Fonti qualificate hanno riferito a The Guardian che “Maria” e “Ludwig” erano in realtà spie russe d’élite, conosciute come “illegali”. Sono stati arrestati dopo che la Slovenia ha ricevuto una informativa da un servizio d’intelligence alleato.
Dopo aver pubblicizzato la situazione, il Ministro degli Esteri sloveno Tania Fayon ha affermato che i due arrestati erano in realtà cittadini russi e non argentini, come avevano detto.
A differenza degli agenti “legali” dell’intelligence russa, che operano celandosi tra il personale diplomatico, i clandestini operano senza apparenti legami con Mosca. Vengono addestrati per anni a impersonare stranieri e poi inviati all’estero per raccogliere informazioni. Molti hanno figli che potrebbero anche non sapere che i loro genitori sono in realtà russi.
“I sospettati sono agenti dell’intelligence russa. Hanno utilizzato documenti di identità di altro Paese, ottenuti illegalmente, per vivere e lavorare in Slovenia sotto false identità e raccogliere informazioni di nascosto”, ha detto il portavoce della polizia Drago Menegalia.
Fonti anonime del tabloid britannico hanno riferito che Mayer e Gish lavoravano per il GRU, il Servizio di Intelligence Militare russo.
Perché gli agenti russi si erano stabiliti in Slovenia
Secondo informazioni non ufficiali, dopo l’arresto della coppia, Mosca ha ammesso che i coniugi erano agenti della propria intelligence. Sarebbero in corso trattative dietro le quinte tra Mosca e Paesi occidentali per scambiare spie russe con persone che ora sono imprigionate in Russia.
La Slovenia, situata all’interno dell’Area Schengen, era il luogo perfetto per la coppia per viaggiare liberamente attraverso la maggior parte dell’Europa senza controlli alle frontiere.
È interessante notare che la coppia parlava spagnolo a casa e usava anche l’inglese nelle proprie conversazioni. Alla domanda sul perché non parlassero sloveno, hanno sempre risposto che questa lingua era troppo difficile per loro. In realtà, è probabile che evitassero di farlo, perchè l’accento russo avrebbe potuto risultare più evidente nella lingua slava.
La grande scorta di contanti trovata durante la perquisizione dell’ufficio potrebbe indicare che tra i compiti della coppia rientrasse il pagamento di agenti e informatori russi. Mosca a volte usa “clandestini” per questo tipo di compiti, perché coloro che lavorano nelle ambasciate russe possono essere soggetti a sorveglianza di routine, il che implica che rischiano maggiormente di essere scoperti.
Le spie usavano il lavoro come copertura per viaggiare
Le pagine dei social media di Mayer indicano che ha viaggiato spesso per “pubblicizzare la sua galleria”. Anche se, molto probabilmente, la donna ha usato il suo lavoro di artista per viaggiare in Europa e raccogliere informazioni.
Allo stesso tempo, è noto che suo marito Ludwig Gish utilizzasse un passaporto argentino, affermando di essere nato in Namibia nel 1984. Gestiva la start-up DSM&IT, che offriva software per caselle di posta elettronica, antivirus e software antispam.
L’attività dell’azienda su Internet era sospettosamente inefficiente. Il profilo Twitter dell’azienda ha solo tre follower, di cui uno è Gish e l’altro è sua moglie. Un amico di famiglia che aveva scaricato una versione di prova del software si è detto stupito di quanto fosse inefficace il programma sviluppato da Gish.
Le spie sono in custodia
Il Ministro degli Esteri Tanja Fajon ha affermato che le autorità hanno esteso il periodo di detenzione iniziale per la coppia arrestata. Inoltre, il Ministro ha chiamato l’Ambasciatore russo in Slovenia per discutere il caso.
Fajon ha detto che in custodia, la coppia parla a malapena. “Si vede che sono professionisti. Non parlano”, ha detto il ministro sloveno.
Questo ennesimo episodio in Europa dimostra quanto sia importante questa rete di spie illegali per la Russia e, sul versante opposto, come risulti indispensabile non abbassare mai la guardia.