In vista del Bicentenario del Museo Egizio che avverrà nel 2024, saranno eseguiti importanti lavori di rinnovo ed ampliamento. Uno studio di architettura olandese “OMA” (Office for Metropolitan Architecture) si è aggiudicato il primo posto di un concorso internazionale indetto lo scorso luglio per dare un nuovo volto al Palazzo del Collegio dei Nobili di Torino che accoglie il museo. Al concorso hanno partecipato 34 aziende operanti nel settore dell’architettura e del restauro di spazi museali provenienti da nove Paesi: Italia, Danimarca, Francia, Germania, Regno Unito, Norvegia, Paesi Bassi, Spagna, Svezia. Il bando esigeva di progettare un ampliamento e un rinnovamento per la corte con una nuova copertura e di ridisegnare e riorganizzare gli spazi del piano terra per un totale di circa 925 metri quadrati.
Il progetto vincitore, del costo totale di 12,5 milioni, realizzerà una piazza urbana coperta, la Piazza Egizia, aperta alla città con la possibilità del godimento da parte di tutti del “Tempio di Ellesija”, offerto al museo italiano dal governo egiziano negli anni Sessanta come ringraziamento per il supporto dato nel salvataggio dei templi della Nubia, quando rischiarono di essere sommersi dalle acque del lago Nasser. Il concorso è stato gestito dalla Fondazione Compagnia di San Paolo, un’antica fondazione privata in Europa che da anni collabora con la Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino. In merito al progetto il Presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, ha dichiarato: “Abbiamo svolto un ruolo di mecenate per la cultura.
Non finanziamo solo il progetto, abbiamo gestito anche la selezione delle proposte arrivate da 47 Paesi e da studi che rappresentano il meglio dell’architettura a livello globale. Il Museo diventerà ancora di più patrimonio della città”. La Presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie, Evelina Christillin, che da anni lavora al progetto del Bicentenario, ha espresso la sua soddisfazione: “È il calcio di inizio di un periodo bellissimo su cui con il direttore Christian Greco stiamo lavorando già da anni. Pensiamo al Bicentenario da due, tre anni almeno. È stato fatto un lavoro incredibile, ora dobbiamo metterci a correre. Questo è il progetto pilota che guida tutti gli altri, la grande conchiglia in cui metteremo dentro delle perle”.
Il Museo Egizio di Torino è uno dei musei più visitati nel nostro paese, invero nel 2022 sono stati registrati un totale di 898.500 visitatori, considerando anche tutti gli eventi istituzionali e privati che sono stati realizzati. Il percorso museale verrà dunque esteso e ristrutturato per consentire ad un numero sempre maggiore di visitatori di ammirare le splendide collezioni museali. All’inizio del XIX secolo in Europa esplose, in seguito alle campagne napoleoniche in Egitto, una vera e propria moda per il collezionismo di antichità egizie.
Il piemontese Bernardino Drovetti, uno tra i più grandi collezionisti dell’epoca, raccolse in questo periodo oltre 8.000 pezzi tra statue, sarcofaghi e mummie, papiri e altri oggetti. Nel 1824 la sua collezione fu acquistata da re Carlo Felice che insieme ad altri reperti di antichità classiche decise di dare vita al primo Museo Egizio del mondo. Con il tempo il numero di reperti provenienti dall’Egitto aumentò sempre più anche grazie ai ritrovamenti degli scavi archeologici condotti in Egitto da Ernesto Schiaparelli e poi da Giulio Farina.