Una missione di salvataggio spaziale dal sapore pacifista. La Russia ha lanciato una Soyuz per recuperare due cosmonauti russi ed un astronauta americano della NASA il cui viaggio di ritorno è stato sospeso per una guasto alla navetta parcheggiata presso la Stazione Spaziale Internazionale. La Soyuz vuota dovrebbe arrivare al laboratorio orbitante domenica.
Il guasto è stato attribuito ad un micrometeorite che avrebbe perforato un radiatore esterno, prosciugandolo di refrigerante. La stessa cosa accaduta, all’inizio di febbraio, ad una navetta da carico russa attraccata alla stazione spaziale.
L’Agenzia spaziale russa ha ritardato il lancio della Soyuz sostitutiva, alla ricerca di eventuali difetti di fabbricazione. Non sono stati riscontrati problemi e l’agenzia ha proceduto al lancio prima dell’alba di venerdì dal Kazakistan, con pacchi di rifornimenti legati ai tre sedili.
Data l’urgente necessità di questa capsula, due alti funzionari della NASA si sono recati dagli Stati Uniti per osservare di persona il lancio. Con sollievo di tutti, la capsula ha raggiunto in sicurezza l’orbita nove minuti dopo il decollo.
I funzionari avevano stabilito che era troppo rischioso riportare Frank Rubio della NASA e Sergey Prokopyev e Dmitri Petelin della Russia nella Soyuz danneggiata. Senza refrigerante, la temperatura della cabina sarebbe aumentata durante il viaggio di ritorno sulla Terra, danneggiando potenzialmente computer e altre apparecchiature ed esponendo l’equipaggio in tuta a un calore eccessivo.
Fino all’attracco della nuova Soyuz, i piani di emergenza richiedono che Rubio passi a una capsula dell’equipaggio SpaceX attraccata alla stazione spaziale, mentre Prokopyev e Petelin rimarranno assegnati alla loro Soyuz danneggiata. Per gli ingegneri russi, con una persona in meno a bord, la temperatura si dovrebbe mantenere ad un livello gestibile.