Un vortice di tensioni con in ballo cifre miliardarie, interessi tali da minare i conti dello Stato, la stabilità finanziaria di migliaia di imprese. Il Governo che attacca le passate “politiche dissennate” mentre da ieri è entrato “Immediatamente in vigore” il Decreto legge che blocca tutte gli acquisti e cessioni di crediti, ad iniziare dal perentorio stop dato ai Comuni e Regioni. La scelta di dire basta ai bonus milionari delle cessioni dei crediti del Superbonus 110% innesca un parapiglia di giudizi tra quanti parlano come le banche di “attesi chiarimenti” e, quanti annunciano, per le imprese immediati danni da “incubo”, e sindacati che annunciano lo sciopero.
Le banche, giusto chiarimento
Gli istituti di credito sottolineano come il chiarimento era “fortemente auspicato” e tirano un sospiro di sollievo dopo essersi accollati crediti per centinaia di milioni.
L’Associazione bancaria Italiana, in una nota “immediatamente diffusa” agli Associati, segnala:
“È previsto un importante chiarimento, fortemente auspicato dall’Abi per semplificare e rendere più fluidi i procedimenti”, sottolinea l’Associazione che annota come “Il decreto legge fornisce un chiarimento e un utile contributo per la maggiore certezza giuridica delle cessioni dei crediti rivenienti dai bonus edili e contribuisce a riattivare le compravendite di tali crediti di imposta”. Il nuovo decreto legge prevede inoltre conclude l’Abi, che, salvo deroghe per le operazioni in corso, non si potrà più optare per lo “sconto in fattura” o per la “cessione del credito d’imposta”.
I timori di Cna e Confartigianato
Sul fronte delle imprese Cna e Confartigianato da ieri martellano e parlano di “peggior incubo” e di “incomprensibili ostacoli”.
“Speravamo in una soluzione che risolvesse il problema dei crediti incagliati, invece non solo non si prospetta nessuna risposta al problema ma il Governo blocca, tranne in limitati casi, la possibilità di continuare ad applicare lo sconto in fattura o a cedere i crediti”, osserva preoccupato il presidente di Confartigianato Marco Granelli.
Secondo Confartigianato il blocco, “coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti ed assunzioni nella prospettiva, di primi accordi con i committenti, di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura. Con buona pace degli obiettivi green che la misura avrebbe aiutato a raggiungere.
Anche il blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici rappresenta un altro incomprensibile ostacolo”. Toni da tragedia quelli riferiti dal presidente della Cna Dario Costantini. “Quello che sta avvenendo è talmente grave che non l’avrei immaginato nemmeno nel mio peggiore incubo”. “Il decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri, che vieta la cessione dei crediti e lo sconto in fattura, e blocca le operazioni di acquisto dei crediti incagliati da parte degli enti locali, fermerà il mercato immediatamente”, prevede il leader della Confederazione nazionale degli artigiani, “Saranno 40 mila le imprese della filiera in enorme sofferenza a causa di tutte le difficoltà legate alla cessione dei crediti”.
Associazioni lunedì da Giorgetti
A scendere in campo è di nuovo il ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti, che sottolinea come nel mirino del Governo non c’è il Superbonus, ma la cessione dei crediti d’imposta che indica come una montagna da “110 miliardi”, che deve essere gestita. Di qui l’appello alle banche per un’azione di sistema per coprire questo “bucone”. Un messaggio rassicurante soprattutto il ministro lo rivolge anche alle imprese edili: “faremo tutto il possibile”, assicura Giorgetti che con il sottosegretario Alfredo Mantovano, annuncia per lunedì un incontro a Palazzo Chigi con le Associazioni di categoria.
Lo stop agli Enti locali
Il Governo, tra le decisioni, ha posto un severo altolà alle operazioni di acquisto di crediti da parte di Regioni e altri enti pubblici. La decisione introduce un divieto perentorio per Comuni, Province e Regioni e tutti gli enti che rientrano nel cosiddetto “perimetro della Pa” di acquistare crediti fiscali legati a lavori di ristrutturazione. La decisione del Cdm permette solo in “forme limitatissime” le eventuali operazioni di acquisto, che potrebbero essere contabilizzate come indebitamento. Lo stop va a bloccare in particolare quelle iniziative messe in atto dalla Provincia di Treviso, che ha annunciato l’acquisto di 14,5 milioni di euro da due banche pochi giorni fa, o della Regione Sardegna, che ha approvato una norma per l’acquisto di crediti nella sua legge di Stabilità.
Il decreto legge, chiarisce ancora il ministro, Giancarlo Giorgetti, “ha un duplice obiettivo: cercare di risolvere il problema che riguarda la categoria delle imprese edili per l’enorme massa di crediti fiscali incagliati e mettere in sicurezza i conti pubblici”.
La Cgil evoca lo sciopero
“Con il blocco alla cessione dei crediti e dello sconto in fattura per i bonus edili si perderanno nell’edilizia privata circa centomila posti di lavoro e molte imprese chiuderanno”. È lo scenario presentato dal segretario generale della Fillea, il sindacato delle costruzioni della Cgil, Alessandro Genovesi, secondo cui “questo è un attacco del Governo senza precedenti alle imprese più serie, ai lavoratori del settore e alle famiglie più in difficoltà. Se non tornerà sui propri passi e aprirà un tavolo di confronto, metteremo in campo tutte le necessarie azioni di mobilitazione, compreso lo sciopero generale di tutta la filiera delle costruzioni”. Inoltre, prosegue Genovesi, “come hanno denunciato le confederazioni di Cgil, Cisl e Uil, con il depotenziamento dell’obbligo di applicazione dei contratti edili e la liberalizzazione dei livelli di subappalto nel nuovo Codice degli appalti si ridurranno tutele e sicurezza”.
Le reazioni politiche
“Non vedo un grande caso, noi abbiamo avuto provvedimenti come il Superbonus che abbiamo denunciato”, osserva Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura e della sovranità alimentare, “ricordo le dichiarazioni molto forti di Draghi a luglio dello scorso anno che imputò a questa cessione dei crediti un vero e proprio disastro. Lo fece lui, da analista politico in quella fase ma sicuramente esperto di numeri, noi ci troviamo di fronte ad una situazione che dobbiamo riparare. Già ieri è emersa la volontà di affrontare il tema tenendo conto che quello che è accaduto è semplicemente economicamente e finanziariamente irragionevole e pericoloso. Da un lato va salvaguardato il mondo delle imprese, il lavoro e e gli impegni assunti dall’altro”, fa presente Lollobrigida, “tutte le degenerazioni che hanno portato a questa criticità vanno affrontate con la stessa fermezza limitando i danni per lo Stato che possono emergere perché lo Stato siamo noi cittadini. Si tratta di più di 100 milioni di crediti, divideteli per la popolazione italiana e vedrete quanto ci è costato per ogni singolo italiano“. Il Pd attacca con la capogruppo alla Camera Debora Serracchiani, e con lei i componenti dell’ufficio di presidenza del Gruppo e di tutti i capigruppo nelle commissioni.
“Con il decreto licenziato dal governo Meloni si blocca definitivamente e con effetto immediato ogni buon effetto dei Bonus edilizi che abbiamo introdotto in questi anni e che hanno contribuito in modo significativo alla crescita del pil di cui la destra oggi si vanta”, sottolinea l’esponente del Partito democratico che aggiunge, “Vietare agli enti locali e alle altre pubbliche amministrazioni di acquistare i crediti incagliati vuol dire condannare alla chiusura decine di migliaia di imprese, fermare almeno 100mila cantieri, mandare sul lastrico migliaia di famiglie e far perdere il lavoro a centinaia di migliaia di persone”.
Disappunto e polemico contro il premier Giorgia Meloni l’intervento del presidente dei M5S, Giuseppe Conte: “Le promesse della campagna elettorale rimangiate una dopo l’altra. Incoerenza e pavidità, a danno di famiglie e imprese”, scrive Conte ricordando il tweet del premier che prima del voto di settembre assicurava la “tutela dei diritti”, “del Superbonus e si schierava al fianco dei costruttori e dei cittadini onesti”.