sabato, 16 Novembre, 2024
Esteri

L’audace attacco americano ci avvicina ad una terza guerra mondiale?

L’iconico comandante del Corpo di Guardia della Rivoluzione iraniana, è stato ucciso in un attacco aereo a Baghdad. L’attacco aereo ha anche ucciso Abu Mahdi al-Muhandis, vice comandante delle milizie appoggiate dall’Iran che operano in Iraq. L’azione costituisce un forte messaggio su come gli Stati Uniti intendono affrontare “la questione iraniana” e solleva allo stesso tempo importanti e preoccupanti domande sul dopo. Il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha detto a Fox News venerdì mattina che l’attacco aereo è stato “ponderato” ed intrapreso come misura preventiva per scoraggiare un imminente attacco in programma dall’Iran. Ha anche affermato che le risposte degli Stati Uniti saranno “rapide e decisive” e che gli USA sperano che gli iraniani lavorino per far rientrare la situazione.

“L’attacco che ha portato alla morta di Soleimani, il capo dell’IRGC, è un messaggio all’Iran per cui l’uso illimitato delle forze paramilitari finalizzate ad attaccare gli americani e i loro alleati nell’area non sarà più tollerato. È molto probabile che l’Iran risponderà con attacchi contro gli americani e i loro leader in Medio Oriente, in un momento e in un luogo non meglio definito. In passato, l’Iran ha dimostrato di voler agire nel momento ritenuto più opportuno, e non necessariamente immediatamente dopo l’azione degli Stati Uniti. Un altro aspetto importate, la Russia coglierà l’occasione per definire l’accaduto come un’opportunità per definire gli Stati Uniti come aggressori e per migliorare le sue relazioni con l’Iran prendendone le parti nelle loro dichiarazioni pubbliche” ha dichiarato Pompeo.

“Sarà necessaria una diplomazia sofisticata e una strategia attenta da entrambi le parti per impedire che la situazione sfoci in violenza su larga scala in tutto il Medio Oriente, specialmente ora che gli Stati Uniti hanno rivendicato la responsabilità. Soleimani non è solo una figura militare – è probabilmente il secondo ufficiale più importante e potente in Iran dopo il Capo Supremo. L’Iran si vendicherà in qualche modo importante e probabilmente armerà i suoi delegati, come l’ala terroristica di Hezbollah e le milizie in Iraq e Siria. L’unica speranza di fermare l’escalation è nelle carte degli Stati Uniti, dimostrando, oltre ogni dubbio, che il raid è servito per impedire un attacco agli americani. Dato lo stato traballante delle nostre relazioni, questo sarà un compito molto arduo che difficilmente riuscirà”.

“Che cosa stiamo facendo per proteggere il nostro popolo dalle reazioni che prenderanno forma nella regione dove stanno cambiando le regole? – conclude Pompeo -. Siamo preparati per le rappresaglie che arriveranno in tutte le loro forme. Dovremmo anticipare le capacità iraniane, a partire da quelle informatiche, come preavviso di una qualsiasi risposta”.

Ma gli Stati Uniti pur essendo davvero preparati ad ogni tipo di risposta, è innegabile che si troveranno a fronteggiare la “vigliaccheria” di sparuti gruppi terroristici a caccia di una vendetta sommaria, magari su persone che non c’entrano niente con l’uccisione di Soleimani. Tuttavia è innegabile che l’audace attacco americano possa portare ad una degenerazioni di rapporti internazionali talmente gravi che potrebbe dare origine ad un conflitto mondiale, nello scenario più irresponsabile. Personalmente crediamo nella diplomazia e nel team diplomatico e di sicurezza che risiede a Bagdad, il quale riuscirà a scongiurare atti di violenza inconsulta.

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