venerdì, 22 Novembre, 2024
Attualità

Zelensky a Sanremo. Polemiche senza senso

Si è aperto in questi giorni un aspro dibattito sulla opportunità che il Presidente ucraino Zelensky intervenga con un proprio videomessaggio al Festival di Sanremo. Coloro che si sono detti contrari alla sua presenza argomentano che sia una iniziativa inopportuna. Quanta ipocrisia in queste prese di posizione. Viene da chiedersi come possa essere inopportuno che un leader di un Paese aggredito si rivolga, con ogni mezzo, ai popoli degli Stati che lo stanno supportando e non solo ai loro parlamenti, come accaduto in altre occasioni. Il Presidente Zelensky potrà spiegare quanto prezioso sia questo sostegno e, forse, le sue parole aiuteranno ad accrescere quel sentimento di solidarietà ed empatia che sembrerebbe ancora non prendere piede dopo quasi un anno di conflitto.

Il 24 febbraio 2022 gli ucraini si sono svegliati al suono terrificante delle esplosioni degli attacchi missilistici russi. Oggi gli ucraini si stanno ancora svegliando con questi stessi suoni, e senza riscaldamento, elettricità o acqua corrente. Peggio ancora, non si riesce a vedere la fine del conflitto.

In un anno, un vaccino può essere consegnato per porre fine a una pandemia globale. In un anno, una missione spaziale può percorrere milioni di chilometri dalla Terra a Marte. In un anno, l’apparentemente impossibile può essere realizzato quando ci riuniamo e ci impegniamo per raggiungere lo scopo che ci siamo prefissati. Tuttavia, un anno non è stato sufficiente affinché alcune imprese internazionali operanti in Russia facessero la cosa giusta e smettessero di finanziare direttamente ed indirettamente una guerra non provocata, disumana e illegale. Un anno non è bastato per far capire che in gioco non c’è solo il futuro dell’Ucraina.

Nell’ultimo anno, il mondo è stato sconvolto dal bombardamento di scuole e ospedali, dalla distruzione di intere città, dalle fosse comuni a Bucha e Izyum, dalla tortura e dal terrore dei più vulnerabili, dai campi di “filtrazione” russi e dalla deportazione di ucraini, dalla distruzione deliberata delle infrastrutture di supporto vitale dell’Ucraina, anche in pieno inverno.

In questo anno abbiamo assistito ad atteggiamenti omissivi e complici con il Cremlino. Non stupisce quindi che alcuni ancora non comprendano pienamente cosa stia accadendo in Ucraina. A un anno dall’inizio di questa guerra, milioni di ucraini vivono senza riscaldamento né acqua corrente. A un anno dall’inizio di questa guerra, 15 milioni di ucraini sono stati costretti a lasciare le loro case e 8 milioni di loro sono stati costretti a cercare rifugio fuori dall’Ucraina. In questo anno di guerra 459 bambini sono stati uccisi e 914 sono rimasti feriti. Altri 13.961 bambini sono stati deportati illegalmente dalle forze russe e solo 126 di loro sono potuti tornare in Ucraina. Per gli ucraini, questo anno è sembrato il più lungo nella loro memoria.

Il tempo per agire in modo responsabile sta rapidamente scadendo. La campana della responsabile suonerà il 24 febbraio 2023, tra pochi giorni. Tutti dovrebbero mettere le persone prima del profitto e delle convenienze. I valori non possono essere qualcosa che – quando non fa comodo – si ripone in un cassetto. I diritti umani non sono negoziabili e coloro che vorrebbero voltarsi dall’altra parte devono sapere che nelle loro mani non c’è solo il destino del popolo ucraino, ma c’è anche il nostro destino.

I missili che hanno colpito le città ucraine il 24 febbraio 2022 hanno lanciato una guerra non solo contro una nazione sovrana e democratica, ma contro le fondamenta stesse della sovranità e della democrazia. La lotta del popolo ucraino è la nostra battaglia. La loro vittoria sarà una vittoria per tutti coloro che hanno a cuore la vita umana, i diritti fondamentali e il desiderio di vivere in pace e sicurezza. Al contrario, la loro sconfitta vedrà niente di meno che il disfacimento dell’ordine giuridico internazionale e un ritorno alla conquista territoriale.

L’orologio della responsabilità sta ticchettando. Basta ipocrisie. Se il Presidente Zelensky parlerà alla serata finale del Festival di Sanremo non toglierà nulla allo spettacolo canoro, ma la sua testimonianza potrà essere preziosa per svegliare quelle coscienze che sono ancora sopite a casa nostra.

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