mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Economia

L’export tira ancora. Sù i prezzi per l’industria

A novembre l’Istat stima, per l’interscambio commerciale con i paesi extra Ue27, un marcato aumento congiunturale per le esportazioni (+8,3%) e una flessione per le importazioni (-3,4%). L’incremento su base mensile dell’export è quasi totalmente spiegato dal forte aumento delle vendite di beni strumentali (+25,0%). Incrementi di minore entità si registrano per le esportazioni di beni di consumo durevoli e non durevoli (rispettivamente +1,0% e +2,7%), mentre diminuiscono quelle di energia (-2,0%) e beni intermedi (-1,3%). Per l’import, la flessione congiunturale è dovuta soprattutto al calo degli acquisti di energia (-5,5%) e beni intermedi (-2,6%). Nel trimestre settembre-novembre 2022, rispetto al precedente, l’export aumenta del 2,6%; a eccezione dell’energia, in decisa contrazione (-35,0%), l’aumento riguarda tutti i raggruppamenti ed è più sostenuto per beni di consumo non durevoli (+6,7%). Nello stesso periodo, l’import segna una flessione congiunturale del 4,0%, cui contribuiscono principalmente i minori acquisti di energia (-7,7%). A novembre l’export cresce su base annua del 22,5%.

Aumentano i prezzi della produzione industriale del 2,6%

L’industria è il settore che forse sta accusando di più il problema dell’energia e dell’aumento dei costi. Secondo i dati Istat, infatti, a novembre 2022 i prezzi alla produzione dell’industria tornano a crescere su base mensile del 2,6% da ottobre e del 29,4% su base annua, “spinti in particolare dai rialzi dei prezzi della fornitura di gas sul mercato interno”, che sul mercato interno si sono confermati molto elevati (+89%). Se non fosse esistito il problema del caro energia i rialzi non sarebbero stati giustificati tant’è che “al netto della componente energetica, la crescita tendenziale dei prezzi rallenta sia sul mercato interno sia su quello estero”. Ne è conseguito che nel trimestre settembre-novembre 2022, rispetto ai tre mesi precedenti, i prezzi alla produzione dell’industria siano cresciuti del 4,7% (+5,8% mercato interno, +0,9% mercato estero).

A ottobre flessione del fatturato industriale dell’0,8%

Non è difficile immaginare, dunque, una stima, in termini congiunturali, del fatturato dell’industria a ottobre 2022, in diminuzione (0,8%), al netto dei fattori stagionali, registrando una dinamica negativa su entrambi i mercati (-1,1% su quello interno e -0,3% su quello estero).  “Prosegue ad ottobre la flessione congiunturale dell’indice destagionalizzato del fatturato dell’industria, seppure in leggera attenuazione rispetto al mese precedente – si legge nella nota di commento dell’Istat -. La dinamica negativa è diffusa a quasi tutti i settori, ad eccezione di quello dei beni strumentali, in leggera risalita rispetto a settembre”. Tuttavia, nella media degli ultimi tre mesi, l’andamento congiunturale dell’indicatore nel suo complesso si conferma positivo anche se bisogna tenere conto che, nel confronto tendenziale su dati corretti per i giorni lavorativi, dove si registra un marcato incremento del valore del fatturato in termini complessivi, gli aumenti particolarmente ampi si registrano proprio per il comparto energetico.

Bilancia export extra Ue positiva al netto dell’energia

A novembre, sul piano del commercio extra Ue, invece, l’Istat rileva un incremento del 2,3 mld (+8,3%), ma con un deficit energetico pari a 8,5 mld (-2,0%). Su base trimestrale (settembre-novembre 2022), l’export aumenta del 2,6%; con una contrazione del settore energetico del -35,0%. “Il deficit energetico resta ampio – commenta l’istituto di statistica – ma l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici aumenta e il saldo commerciale, negativo da inizio anno, torna positivo”. In termini assoluti, Il deficit energetico è stato di -8.667 milioni, più ampio rispetto a un anno prima (-5.721 milioni), ma l’avanzo nell’interscambio di prodotti non energetici è stato pari a 10.679 milioni, in forte aumento rispetto a novembre 2021, quando era a 8.072 milioni.
A novembre, tranne che verso la Russia (-27,6%), si rilevano aumenti su base annua delle esportazioni verso tutti i principali paesi partner extra Ue27: i più ampi riguardano Svizzera (+54,1%), Turchia (+32,8%), Stati Uniti (+31,7%), Paesi Asean (+26,9%) e Regno Unito (+26,4%). Questa dinamica positiva dell’export a novembre è legata soprattutto alla vendita di beni strumentali e influenzata da movimentazioni occasionali di elevato impatto come la cantieristica navale, al netto delle quali il profilo di crescita in realtà risulterebbe più contenuto, sia su base mensile (+3,2%) sia su base annua (+17,0%).
Per l’import l’Istat registra una flessione congiunturale del -3,4%, dovuta soprattutto al calo degli acquisti di energia (-5,5%) e beni intermedi (-2,6%). Gli acquisti dalla Russia calano del -39,5%, ma anche dal Regno Unito del -19,3%.

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