venerdì, 22 Novembre, 2024
Politica

“Cresciamo più di altri, App18 non ai ricchi. Pos: incostituzionale togliere le commissioni”

Giorgia Meloni a tutto campo sui social mentre continuano le liti sulla legge di Bilancio

Avanti tutta sulla legge di Bilancio, con le contestazioni e sulle votazioni alla Camera. Per la maggioranza di Centrodestra la priorità è portare a casa un Bilancio prudente indirizzato verso la “produttività”. La “traiettoria nitida” indicata dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “tra le priorità certamente c’è quello della crescita economica”.

Premier a tutto campo sui social

Ieri il premier, per il secondo appuntamento della sua rubrica ‘#gliappuntidigiorgia’, in un video sui social ha esordito spiegando di voler “raccontare il lavoro che abbiamo fatto nell’ultima settimana, intensa, in cui abbiamo portato avanti diversi confronti”.

Meloni: buone notizie

Per il presidente del Consiglio è “stata una settimana di buone notizie”. “Sono accadute molte cose interessanti. Intanto, l’Unione europea ha autorizzato la proroga a tutto il 2023 di Decontribuzione Sud, una misura fondamentale per assumere al Sud, consente lo sgravio fiscale. È una misura che noi vogliamo rendere strutturale”, sostiene il presidente del Consiglio, “annuncio che presenteremo un emendamento alla manovra per estendere al 2023 anche i crediti di imposta per le aziende che assumono al Sud, per le Zone economiche speciali, per le aree terremotate. Un’altra misura per la quale non era facile trovare le risorse, ci siamo riusciti e anche quella andrà avanti per tutto il 2023″.

“È stato sbloccato il contributo di oltre 300 milioni”, evidenzia Meloni, “che consente di connettere con un’infrastruttura strategica l’Italia e la Tunisia sul piano energetico. L’Italia sempre più hub di approvvigionamento energetico d’Europa. Nel dramma della situazione energetica, noi abbiamo una grande occasione. Se lo facciamo con intelligenza” auspica il premier, “collaborando con le nazioni, prevalentemente mediterranee, possiamo avere un ruolo strategico fondamentale. Ci stiamo dedicando a questo moltissimo”.

Bankitalia? Nessuna polemica

Sui rilievi della Banca d’Italia alla Finanziaria, il premier ridimensiona le polemiche.
“A me pare che Bankitalia non abbia, in audizione alle commissioni competenti, mosso particolari critiche sulle principali misure di questa manovra. Puramente c’è stata una polemica”, puntualizza Meloni riferendosi ai rilievi espressi dalla Banca d’Italia alla legge di bilancio, “o diciamo un approccio critico, sulle nostre misure sul tema del contante e l’obbligo del pos”.

“C’è chi ci chiede perché non togliete le commissioni diciamo che non possiamo farlo”, fa presente Giorgia Meloni, “perché sarebbe incostituzionale. La moneta elettronica è privata, è un servizio offerto e lo Stato non può impedire a chi offre quel servizio di guadagnarci sopra una commissione. Probabilmente”, osserva il premier. “questa è la ragione per cui la Banca d’Italia fa le sue valutazioni sul tema dell’innalzamento del tetto al contante”.

Settimana di polemiche

Accanto alle buone notizie, Giorgia Meloni scorte anche delle storture “non piacevoli”. “È stata anche una settimana di polemiche, di un clima a tratti non piacevole. Approfitto per rivolgere la mia solidarietà particolarmente al ministro Crosetto”, racconta il primo ministro, “Però, non siamo gente che si fa facilmente spaventare: abbiamo fatto le nostre scelte, difendiamo quelle scelte, andiamo avanti. Non c’è niente che ci possa fermare, che non siano ovviamente gli italiani e il loro consenso in libere e democratiche elezioni”.

App18, non ai ricchi

Tra le polemiche ci sarà anche un cambio per la carta “18 App” il beneficio cultura di 500 euro per i giovani sarà rivisto.
L’annuncio del presidente della commissione Cultura, Federico Mollicone. “L’emendamento verrà riformulato in modo da dare continuità alla Carta però con i cambiamenti che condivideremo con il ministero”.
La conferma con una puntualizzazione di come il beneficio sarà riformato, arriva dal presidente del Consiglio.

“Non vogliamo abolire il bonus ai diciottenni per la cultura”, spiega la premier Giorgia Meloni, in un video sui social per la sua rubrica «#gliappuntidigiorgia», “non c’è ragione”, osserva che lo riceva “il figlio di un milionario, di un parlamentare, o mia figlia”. “Va introdotto un limite al reddito di chi accede a questa misura, e vanno meglio definiti i contenuti e le cose che si possono acquistare con queste risorse e credo anche che occorra lavorare sulle truffe”, scrive Giorgia Meloni, “Quindi confermo che intendiamo modificare questa norma, senza però togliere queste risorse alla loro destinazione originale, i giovani e la cultura”.

Migrati, il Governo non arretra

Sui migranti il Centrodestra punta al blocco degli ingressi illegali. Si parla di un cambio di rotta del governo”, racconta ancora Giorgia Meloni, “Assolutamente no. Il governo non intende cambiare posizione. La nostra posizione resta assolutamente la stessa: in Italia non si entra illegalmente”, scandisce Giorgia Meloni, “si entra solo legalmente, noi vogliamo combattere il traffico di esseri umani, gli ingressi illegali e le morti in mare. Non vogliamo in alcun modo favorire i trafficanti di esseri umani”. “A livello nazionale”, conclude il presidente del Consiglio, “già dalla prossima settimana stiamo lavorando per nuove norme per fermare la tratta perché su questo tema non intendiamo mollare”.

Finanziaria, 450 emendamenti

In linea di principio la Manovra è stata sfoltita da migliaia di emendamenti, ma dovrà comunque affrontare le 450 richieste dei partiti che non appaiono negoziabili. Se approvate tuttavia avranno bisogno di una copertura economica. Nel dettaglio tre le segnalazioni rimaste in piedi all’esame della Commissione bilancio della Camera, ci sono le proposte dalla maggioranza: 95 presentate da Fdi, 54 dalla Lega, 40 da FI, 11 da Noi Moderati; più, naturalmente, le 250 richieste presentate dall’opposizione.

Modifiche per le quali non basteranno i 400 milioni previsti, ma bisognerà salire a 700 milioni. Mercoledì ci sarà il verdetto incrociato della Ragioneria e della Commissione bilancio che lavorano ad una “ulteriore scrematura”. Da giovedì riprenderanno le votazioni sugli emendamenti da approvare. Poi la corsa verso il voto in Aula. Se il ruolino di marcia sarà rispettato porterà tra Natale e San Silvestro al via libera definitivo alla legge di Bilancio.

Centrodestra, la sfida di FI

Prima dell’ultimo metro, la discussione si annuncia senza esclusioni di colpi. Nella stessa maggioranza che da parte delle opposizioni il braccio di ferro in commissione Bilancio della Camera è iniziato. Forza Italia, ad esempio, è in pressing sull’innalzamento delle pensioni minime. Secondo il leader degli Azzurri, Silvio Berlusconi sulle proposte emerse durante il vertice ad Arcore: “non si indietreggerà di un millimetro”.

Tra le richieste la soglia minima dell’assegno previdenziale che deve essere portata 600 euro. Forza Italia punta ad un fondo di 500 milioni di euro a decorrere dal 2023 per “interventi di revisione del meccanismo di indicizzazione delle pensioni minime e misure per contrastare gli effetti negativi delle tensioni inflazionistiche”. Ma anche un esonero contributivo fino 8mila euro l’anno prossimo per le nuove assunzioni a tempo indeterminato e le trasformazioni dei contratti a tempo determinato degli under 36. Se non ci saranno queste scelte allora FI “non voterà”. La Lega, invece, sollecita sgravi dell’Iva sul pellet, (oggi al 22%) per dare una mano alle famiglie contro la alla crisi energetica.

FdI insiste per la sospensione del payback per le aziende che producono dispositivi sanitari. Queste ultime hanno lanciato un allarme attraverso la Federazione dei fornitori ospedalieri (Fifo) in cui parlano di imprese ad un passo dal fallimento se sarà applicato il “payback” che obbliga le aziende del comparto a rimborsare il 50% delle spese effettuate in eccesso dalle Regioni. C’è da confermare poi l’aliquota agevolata per il gasolio agricolo e da prevedere i fondi per le materie Stem (scientifiche) nella scuola. Richiesta anche una dotazione pari a 20 milioni di euro per “la realizzazione dei Giochi della Gioventù”. Da prevedere inoltre, fondi per l’edilizia scolastica dei comuni ed estensione del bonus sociale anche sotto forma di crediti per gli inquilini dell’edilizia popolare. Per agevolare il lavoro la proposta di sgravi per le assunzioni di apprendisti.

Tra gli emendamenti anche un contributo ai Comuni per la realizzazione di nuovi impianti di stoccaggio gas; sconti sulle accise del gasolio per le imprese di noleggio autobus. Prevista la riapertura del bonus per il “rientro dei cervelli” in Italia; nuove norme sui premi di risultato. Spuntano la proroga per le trasmissioni di Radio Radicale e le misure per il prepensionamento dei giornalisti delle testate in crisi e taglio al 5% dell’Iva sulle pompe di calore.

L’assalto delle opposizioni

Dalla opposizione il fuoco di fila delle richieste contro la Manovra definita: “iniqua”, “pavida” e “senza coraggio”. Il Partito democratico chiede un ampliamento di “Opzione donna”, la messa in campo del salario minimo, e fondi per la sanità. “Le nostre proposte per correggere e migliorare una legge di bilancio che giudichiamo iniqua e inadeguata alle esigenze del Paese”, contestano la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani ed il capogruppo in commissione Bilancio Ubaldo Pagano, “sono state segnalate ed ora a disposizione di governo e maggioranza se vorranno seriamente aprire un reale confronto in Parlamento. Fra le nostre priorità c’è di certo la questione Opzione Donna: ci batteremo a difesa dei nostri emendamenti perché sia garantita la possibilità di andare in pensione a 58 anni per le donne, allargando quindi la potenziale platea rispetto alle assurde discriminanti introdotte dal governo. In particolare, chiediamo, inoltre, che le risorse messe a disposizione del Parlamento non siano polverizzate e indirizzate a una serie di micro-interventi, ma centrate su questioni fondamentali: riduzione delle tasse sul lavoro, salario minimo, incremento dei fondi per la sanità pubblica, lotta al dissesto idrogeologico, sostegno agli enti locali”. Sabato 17 dicembre il Pd comunque sarà in piazza a Roma per rilanciare la sua contrapposizione alla finanziaria.

M5S, RdC e Salario minimo

Movimento cinque stelle rilancia su Reddito di cittadinanza, lavoratori e imprese. “Con gli emendamenti che ha segnalato, il Movimento 5 Stelle intende apportare modifiche migliorative ad una legge di Bilancio pavida, senza coraggio, che apre una guerra ai poveri e agli ultimi. Fra le nostre priorità”, illustrano Francesco Silvestri, capogruppo del M5S alla Camera, e Daniela Torto, capogruppo pentastellata in commissione Bilancio, “ci sono la difesa del Reddito di cittadinanza, che la Destra elimina nel momento in cui si stimano 700mila poveri in più nel 2023, e quella del potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. Per tale motivo, proponiamo la costituzione di un fondo per la detassazione del salario minimo, che deve essere di almeno 9 euro lordi l’ora, e una rivalutazione del 200% per chi percepisce un trattamento pensionistico pari o inferiore a quattro volte il minimo”.

Terzo Polo, basta microtasse

Dal Terzo Polo dei leader Calenda e Renzi si chiede in termini perentori il basta alle “microtasse”, quindi stop all’addizionale erariale alla tassa automobilistica, le tasse e sopratasse per gli istituti superiori e le università, le tasse per le licenze di esercizio, la tassa di abilitazione all’esercizio professionale o ancora l’addizionale comunale sui diritti d’imbarco di passeggeri sugli aeromobili. Le richieste sono racchiuse in 44 emendamenti.

Sindacati settimana di barricate

Se in Parlamento la concitazione è sulle scelte da fare e sulle risorse da recuperare, i sindacati non hanno dubbi. Da ieri sono iniziati gli scioperi promossi da Cgil e Uil manifestazioni regionali che dureranno fino a venerdì 16. Proteste e comizi sono annunciati nelle città. Le richieste sono quelle di dare maggiori tutele a tutte le forme di lavoro, sancendo, ad esempio, anche un salario minimo e diritti normativi universali. Per i sindacati c’è l’urgenza di eliminare le forme di ogni lavoro precario e costruire un unico contratto di inserimento al lavoro. Sui salari Cgil, Cisl e Uil chiedono uniti di detassare gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35mila euro per recuperare almeno una mensilità. L’elenco delle richieste annovera anche una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività e la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà. Il sindacato punta anche alla rivalutazione delle pensioni e cancellare la Legge Fornero per introdurre una uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”. “Sono necessarie”, sollecita la Cgil, “riforme vere, ispirate dai criteri di solidarietà e giustizia sociale, fondate sulla qualità e la stabilità del lavoro, sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e su nuove politiche industriali ed energetiche capaci di prospettare un futuro per il Paese”.

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