Ristorazione collettiva di servizi di mensa all’interno di scuole, ospedali, strutture pubbliche e imprese private, ad un passo dal fallimento tra aumenti dei costi degli alimenti e le impennate dell’energia. Su questo tema si sono tenuti gli Stati Generali della ristorazione collettiva di Angem svolti a Roma nella sede di
Confcommercio. L’incontro ha celebrare anche il ritorno dell’Associazione Nazionale della Ristorazione Collettiva e dei Servizi nella Fipe A fare gli onori di casa, è stato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che in un video messaggio ha sottolineato l’importanza del settore non solo per i numeri importanti, 15000 aziende, 110 mila addetti e un giro d’affari da 6,4 miliardi l’anno ma anche in termini di valore.
Sinergie per affrontare sfide
“Le vostre imprese”, ha detto Sangalli, “sono determinanti per l’educazione alimentare, la saluta pubblica e anche per una forma di equità distributiva”. Il presidente di Confcommercio ha poi voluto sottolineare il rientro di Angem nel sistema Confcommercio-Fipe.
“Festeggiamo il ritorno di Angem perchè le alleanze e le sinergie si sono dimostrate il modo più giusto non solo di affrontare il presente ma anche di indirizzare il futuro”.
Impennata dei costi e la crisi
Il presidente di Fipe, Lino Stoppani ha invece ricordato le criticità del settore in un contesto difficile tra inflazione e costi energetici. “L’impennata dei prezzi delle materie prime e dei costi dell’energia”,
ha sottolineato Stoppani, “è un problema per le imprese della ristorazione collettiva, che operano in costanza di prezzi fissi”. Uno dei problemi più sentiti è quello degli appalti: secondo Stoppani, “le stazioni appaltanti della Pa pretendono sempre qualcosa di più sul fronte contrattuale e d’altra parte fissano termini di gara sempre più complicati imponendo prezzi al ribasso”.
Settore vitale per il sociale
Il presidente di Fipe ha chiesto che da parte delle istituzioni “ci sia una maggiore considerazione per un settore che unisce aspetto economico e sociale”. “Con Angem”, ha concluso Stoppani, “staremo sui problemi: innanzitutto sulla possibilità di revisione automatica dei prezzi sugli appalti e il tema della liquidità delle imprese”.
Flessione dei ricavi del 40%
In occasione degli Stati Generali della Ristorazione Collettiva, è stata presentata un’indagine dell’Oricon dalla quale emerge che nel 2020 le imprese del comparto delle mense hanno registrato una flessione dei
ricavi del 40%. “Un calo significativo sia per le mense scolastiche (-63%) che per quelle aziendali (-43%)”, di puntualizza nella relazione, “Ripresa positiva nel 2021 nelle scuole, ma a causa dello smartworking la ristorazione collettiva nelle aziende è rimasta indietro”.
I costi aggiuntivi
Il caro bollette colpisce anche le imprese del settore che nel 2022 spenderanno, in più rispetto al 2020, rispettivamente 220 milioni di euro di elettricità e 126 milioni di euro di gas. In due anni i costi
per l’energia e materie prime alimentari sono passati ad incidere dal 36% al 52% sul totale dei costi sostenuti dalle aziende della ristorazione collettiva. Pesano sempre di più i costi extra degli imballaggi in plastica (+70% rispetto al 2021), cartone (+40%) e vetro (+30%).