La recente divulgazione di una raccolta di materiali sensibili dimostra in modo inequivocabile come Mosca continui a cercare di manipolare i paesi dell’Europa orientale. Quando a settembre migliaia di manifestanti si erano radunati fuori dal palazzo presidenziale della Moldova chiedendo le dimissioni del leader filoccidentale del Paese, l’uomo dietro la manifestazione, Ilan Shor, ha subito ricevuto plausi da Mosca che lo ha definito “un degno partner a lungo termine”.
Il servizio intelligence russo FSB ha incanalato decine di milioni di dollari da parte di alcune delle più grandi compagnie statali russe per coltivare una rete di politici moldavi e riorientare il paese verso Mosca, come svelano i documenti recentemente scoperti.
Il Tesoro degli Stati Uniti, a fine ottobre, ha imposto sanzioni a più organizzazioni e individui russi o moldavi, incluso Shor, dicendo che si stava “coordinando con i rappresentanti di altri oligarchi per creare disordini politici in Moldova” e che aveva “ricevuto il sostegno russo”, oltre a lavorare a giugno “con entità con sede a Mosca per minare” la candidatura della Moldova a entrare nell’Unione Europea.
Nei primi mesi della guerra in Ucraina, il governo della Moldova temeva che i carri armati russi avrebbero attraversato il proprio confine, soprattutto nel caso che il porto di Odessa fosse caduto. Quella minaccia militare è in parte scemata, ma la tensione sta crescendo in relazione all’uso del gas naturale, così come sulle ricadute degli attacchi aerei russi sulle infrastrutture energetiche nella vicina Ucraina.
Funzionari moldavi e statunitensi temono che gli sforzi del Cremlino per sovvertire la Moldova potrebbero intensificarsi se la Russia subirà ulteriori perdite in Ucraina. “Recentemente, mentre la Russia affronta battute d’arresto militari e indignazione globale per le sue brutali azioni in Ucraina, gli agenti russi hanno preso in considerazione misure sempre più disperate per prevenire un’ulteriore erosione della sua influenza”, ha affermato il Tesoro statunitense nella dichiarazione che annuncia sanzioni contro Shor e altri individui.
A confermare tali accuse, il trasferimento – avvenuto a fine settembre – del controllo di gestione dei due principali canali televisivi filorussi della Moldova a uno stretto collaboratore di Shor, fornendogli un’importante piattaforma per portare avanti un’agenda allineata a Mosca nel Paese. Sempre in base ai documenti rinvenuti, l’FSB ha curato un accordo in cui un oligarca russo ha acquisito uno dei principali asset di Shor, per proteggerlo dalle autorità moldave.
La Moldova, che insieme all’Ucraina ha ottenuto lo status di candidatura all’UE a giugno, è particolarmente vulnerabile alle pressioni russe a causa della sua dipendenza quasi del 100% dal gas russo.
I documenti forniscono uno sguardo raro all’interno del mondo oscuro delle operazioni di influenza della Russia in Moldova e degli strumenti gemelli del gas naturale e del finanziamento illecito che il Cremlino esercita in questa repubblica. Dimostrano che il principale veicolo dell’FSB in Moldova era il Partito socialista, guidato da Igor Dodon, che ha servito come presidente filo-Mosca della Moldova tra il 2016 e il 2020. Nelle ultime due settimane, con l’intensificarsi della crisi energetica della Moldova, l’allarme sta crescendo a Chisinau e nelle capitali occidentali.
Gazprom, che detiene il monopolio del gas naturale moldavo, ha tagliato le forniture alla Moldova del 30% in ottobre e minaccia ulteriori riduzioni a novembre. L’Ucraina aveva fornito elettricità alla Moldova, per sopperire a tale riduzione, ma gli attacchi aerei russi contro le infrastrutture energetiche dell’Ucraina stanno aumentando ulteriormente la pressione sulla Moldova. “Ogni bomba che cade su una centrale elettrica ucraina è una bomba che cade anche sulla fornitura di elettricità moldava”, ha affermato Nicu Popescu, ministro degli Esteri della Moldova.
I russi stanno “facendo tutto il possibile per spegnere le luci”, ha detto un secondo funzionario occidentale. “Non hanno bisogno di fare molto di più per destabilizzare il governo moldavo”.