Per salvare i bilanci delle famiglie e delle imprese da uno degli inverni più difficili degli ultimi 50 anni sarà necessario investire entro la fine dell’anno almeno 70 miliardi di euro.
A segnalarlo è l’Ufficio studi della Cgia (Confartigianato). Secondo una stima dell’Ufficio studi, per mitigare il caro energia il nuovo Governo dovrebbe trovare entro il prossimo 31 dicembre almeno 35 miliardi per dimezzare gli aumenti di costo in capo a famiglie e imprese previsti nel 2022. Aumenti che, al netto dei 58 miliardi di aiuti erogati quest’anno contro il caro bollette, ammontano complessivamente a 70 miliardi.
Ecco perché, secondo la Cgia, sono necessari altri 30 miliardi, a cui si devono aggiungere 5 miliardi per estendere anche al prossimo mese di dicembre gli effetti contro il rincaro delle bollette introdotti con il decreto Aiuti ter. Visti i tempi risicatissimi, anche approvare in tempo la prossima legge di Bilancio non sarà semplicissimo: per legge il voto definitivo dovrà avvenire entro il 31 dicembre, altrimenti potrebbe farsi strada l’esercizio provvisorio.
Pertanto, i tempi a disposizione sono strettissimi e non sarà facile trovare tutte le risorse per confermare, anche per l’anno venturo, molti provvedimenti introdotti dal governo Draghi che, si stima, quantificabili in 35 miliardi, così suddivisi: quasi 15 miliardi per rinnovare nel primo trimestre le misure contro il caro energia previste dal decreto Aiuti ter; almeno 8,5 miliardi per indicizzare le pensioni; almeno 5 miliardi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego; 4,5 miliardi per lo sconto contributivo del 2% a carico dei lavoratori dipendenti con reddito fino a 35 mila euro; 2 miliardi di spese indifferibili.
Il “tesoretto”, che il nuovo governo erediterà dal premier uscente Draghi, potrebbe essere di 20 miliardi: 10 da usare subito e altri 10 da impiegare nella manovra 2023. Risorse che sono state “recuperate” senza fare nuovo deficit, grazie al fatto che in quest’ultimo anno l’esecutivo uscente è riuscito a mantenere i conti ordine.