lunedì, 23 Dicembre, 2024
Regioni

Aperta la torre della Regione Piemonte dopo 18 anni di polemiche

TORINO (ITALPRESS) – È stato inaugurato il grattacielo della Regione Piemonte. A pochi metri dalla ex fabbrica del Lingotto, fa parte della skyline di Torino da molti anni, ma vicende farsesche tipiche della pubblica amministrazione italiana, ne hanno rimandato l'apertura di oltre un decennio. Cerimonia di taglio del nastro molto in tono dimesso quindi, a oltre 22 anni al concorso di idee che vinse Massimiliano Fuksas, che però oggi disconosce questo suo progetto. Sono intervenuti infatti cambiamenti strutturali, di materiali e molto altro, che hanno convinto l'archistar a togliere la sua firma dal grattacielo. Che se non altro è costato grosso modo quanto previsto: il costo stimato inizialmente era di 216 milioni, e seppur tra mille vicissitudine si è chiuso a 239 milioni, cui si aggiungono 50 milioni per gli oneri di urbanizzazione. Tanto o poco? Il grattacielo di Intesa Sanpaolo, che è una quarantina di metri più piccolo ma è stato costruito dalla banca in soli quattro anni, è costato mezzo miliardo, mentre, rimanendo in ambito bancario, la nuova sede della Bce è costata quasi un miliardo. All'interno del grattacielo di via Nizza lavoreranno circa 2000 persone, che saranno qui convogliate entro giugno dai vari uffici e palazzi che la Regione possiede nel torinese. Alcuni sono già stati venduti, altri lo saranno, mentre l'attuale sede della Giunta nella centralissima piazza Castello resterà in mani pubbliche. "La casa sulla piazza del paese non si vende mai, si dice in campagna" ha motivato il presidente Alberto Cirio. Svanisce quindi ogni possibilità di vedere lo splendido palazzo aulico diventare un albergo con vista mozzafiato, e consentire un parziale rientro dei costi. Negli anni è andato in fumo anche il progetto di accorpare alla sede della Giunta, quella del consiglio regionale, che approfittando della propria autonomia statutaria, resterà nell'aulico Palazzo Lascaris dove visse anche Cavour. I consiglieri, evidentemente, non vedono di buon occhio l'idea di spostarsi in periferia. A concludere i lavori, è stata la quinta giunta regionale investita del dossier grattacielo dopo Ghigo, Bresso, Cota e Chiamparino. Anche se i danni erano avvenuti prima. Tanto che si è arrivati al 2017 con i lavori conclusi al 90% ma poi si sono succedute varie amare scoperte a livello strutturale. Tutto ciò ha costretto a cambiare gran parte delle finestre del palazzo, alcune crepate sono ancora in bella vista proprio sopra l'ingresso. Stesso discorso per i pavimenti. La torre sembra essersi mossa, secondo alcuni, e tanto è bastato a scoppiare facciate e piastrelle in gran quantità. La Cmb di Carpi, chiamata per finalizzare, ha perciò dovuto allungare i tempi di consegna da 14 mesi a cinque anni. Di qui nasce anche l'aumento della spesa da 216 a 239 milioni per finire i 42 piani e i 209 metri della torre, che è 40 metri più alta della Mole. "Si sana una ferita, inferta alla credibilità delle istituzioni" ha spiegato il presidente della Regione, Alberto Cirio, al termine di 18 anni di cantiere. La nuova permetterà di risparmiare dai 15 ai 18 milioni l'anno. Serviranno quindi oltre 15 anni a ripagare l'investimento. foto: xb2 (ITALPRESS). xb2/tvi/red 14-Ott-22 14:02

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