E poi c’è Marco. Nome di fantasia per una storia vera, lui è uno dei tanti emigrati italiani che dopo un master si trovò a fare i conti con una delle molte crisi che abbiamo attraversato negli ultimi anni.
Temporaneamente senza lavoro, l’agenzia che lo seguiva gli ha permesso di fare il giusto match tra competenze e il suo futuro ruolo. Nel frattempo, ha ricevuto un sussidio che gli ha permesso di continuare a vivere. Giunto il momento, ha ringraziato e ripreso in mano i suoi progetti.
Reddito di cittadinanza si, no, forse
Nel dibattito reddito di cittadinanza si, reddito di cittadinanza no, reddito di cittadinanza forse, bisognerebbe partire da un presupposto basilare: ricchezza e lavoro vengono creati. Per cui se è lavoro quello che vogliamo allora abbiamo bisogno di chi crea ricchezza e lavoro.
Al netto delle devianze del caso, il punto non è tanto cosa fa lo Stato per darmi lavoro o in alternativa un sussidio, ma piuttosto se lo Stato mette in campo azioni atte a creare un ecosistema in cui ricchezza e lavoro possano essere creati.
Come sta l’Italia
Per capirci meglio, l’ultimo rapporto dell’osservatorio mondiale sull’imprenditoria, il GEM, ci dice che l’Italia è fanalino di coda tra le economie avanzate in pressoché quasi la totalità degli indicatori che ci restituiscono la qualità dell’ecosistema.
Per esempio, nella facilità di accesso alle risorse finanziarie, l’Italia si colloca al penultimo posto; idem, guardando alle infrastrutture fisiche. In materia di tassazione e burocrazia, siamo in ultima posizione. Sul fronte educativo, poi, il Paese si colloca al sedicesimo posto su diciannove. Idem, in materia di programmi governativi per favorire l’imprenditorialità. Spostandosi sul versante servizi per l’impresa, si registra una quindicesima posizione. Non cambia molto se guardiamo al dato sociale e culturale, ovvero quanto siamo propensi al rischio di impresa. E cosi via.
Opportunità mancate
In altri termini, sembra che un po’ per cultura, un po’ per limiti strutturali e infrastrutturali fare impresa non sia visto come una reale opportunità tanto dal legislatore quanto dal cittadino.
L’Università Politecnica delle Marche, che ha curato la sezione italiana dello studio, ha evidenziato come sia necessario cominciare a pensare nel lungo termine per costruire le condizioni affinché si ristabilisca un clima di fiducia.
Come ne usciamo
Ma la domanda resta: si chiedono ricchezza e lavoro, ma poi la loro creazione non è né favorita né di conseguenza cercata. Ovvero, la più classica delle catch-22. Quindi, cosa vogliamo?