Dal caro energia, alle plastiche in mare, alle infiltrazioni criminali nel mondo dei flussi di energia e smaltimento dei rifiuti. La giornata conclusiva del Forum Internazionale Polieco sull’economia dei rifiuti tenuta ieri a Ischia ha scandagliato con esperti, forze dell’ordine, e scienziati il grave problema dello smaltimento della plastica, e di come inquinamento e speculazioni siano un volano per attività illecite. Il Forum della PolieCo ha dato risposte e indicazioni importanti su come intervenire e creare un circolo virtuoso nel complesso mondo del trattamento dei rifiuti. L’iniziativa ha visto infatti la partecipazione di 44 relatori in presenza ed in remoto, esponenti del mondo dell’impresa, della politica, della magistratura, del giornalismo e del mondo accademico.
Caro energia, rischi criminali
“Le condizioni di emergenza hanno fatto sempre lievitare il potere ed il controllo delle organizzazioni criminali”, esordisce Raffaele Magi, giudice della Suprema Corte di Cassazione intervenuto al Forum, “ed ora con le nuove emergenze create dai rincari energetici e dalla enorme lievitazione del prezzo del gas, il rischio di un controllo imperante della criminalità è altissimo”.
Aumenti incontrollati
“L’aumento del prezzo del gas” spiega Magi, “mi ricorda quello che è accaduto nel Casertano nel post terremoto, nel periodo delle ricostruzioni, con l’aumento incontrollato del prezzo del calcestruzzo voluto dal clan dei Casalesi. Le infiltrazioni della criminalità organizzata raccolgono il malessere sociale e interloquiscono con le istituzioni. E’ per questo motivo che la vigilanza deve essere particolarmente alta per evitare che flussi di denaro, finanziamenti e altre forme di agevolazione destinate alle imprese e famiglie possano essere utilizzate per altri fini e andare nelle tasche delle mafie”.
Come contrastare l’illegalità
Il Forum di Ischia alla sua 14esima edizione ha concentrato l’attenzione sulle nuove strategie di sostegno alle imprese del riciclo e sulle infiltrazioni criminali nella gestione dei rifiuti.
“Se da una parte la camorra si è proposta come una grande agenzia di fornitura di servizi in particolare per la raccolta, lo stoccaggio e lo smaltimento di rifiuti speciali, dall’altra”, spiega Antonello Ardituro, Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Napoli, “è giusto che la magistratura faccia una sana autocritica con la consapevolezza che le attività di indagine scontano l’assenza di specifici strumenti normativi di contrasto ed un mancato coordinamento di banche dati”.
Controlli e prevenzione
“È necessario allora”, fa presente Cesare Sirignano, Sostituto procuratore presso il Tribunale di Napoli Nord, “intervenire con metodi di prevenzione prima ancora che di repressione. Fenomeno così estesi richiedono una risposta sistemica dello Stato con una pianificazione e programmazione che rientra prima di tutto nel campo d’azione della politica”.
Plastiche in mare e nei campi
Una denuncia forte di ciò che accade e i danni ambientali è quella fatta da Silvestro Greco, vicepresidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn. “Ogni settimana mangiamo 5 grammi di plastica, l’equivalente di una carta di credito”, evidenzia Silvestro Greco, “Se fino a questo momento sapevamo che nei mari italiani ci sono circa 129mila frammenti di plastica galleggiante per chilometro quadrato, ora grazie ad un rapporto presentato ad aprile 2022 dal WWF e dall’Istituto AWI abbiamo anche il dato dei frammenti di microplastiche sul fondo marino”.
Tirreno, mare di micro plastiche
Il più allarmante degli scenari è per il mare Tirreno, sul cui fondo si trova la più alta concentrazione di microplastiche, equivalente a 1,9 milioni di frammenti per metro quadrato. “Il mar Mediterraneo è uno dei mari più inquinati al mondo”, prosegue il vicepresidente della Stazione Zoologica Anton Dohrn,”oramai le microplastiche sono anche nel nostro sangue e nella placenta, il che vuol dire che ogni bambino prima ancora di nascere ha delle microplastiche in corpo”.
In mare 700 container l’anno
“Secondo uno studio dell’Università di Cagliari, in ogni gambero rosso e scampo”, aggiunge Greco, “ci sono circa 47 frammenti di plastica di vario tipo. Ogni anno nel Mediterraneo è come se venissero scaricati 700 container di plastica. Il primo paese che contribuisce è l’Egitto col 32 %, poi Italia col 15% segue Turchia col 10%. Una complessità che dovrebbe imporci di fermarci. Il tema non è salvare la Terra, perché vivrà benissimo senza di noi, il tema è la sopravvivenza della nostra specie visto che ogni settimana mangiamo 5 grammi di plastica, l’equivalente di una carta di credito. Tutto questo ha un diretto rapporto col nostro modello di sviluppo”.
Nanoplastiche in agricoltura
Maggiori timori sono sono riferiti in uno studio di Claudia Campanale, ricercatrice del Cnr Irsa, secondo la quale “La presenza nell’ambiente di microscopiche particelle di plastica, è stata recentemente rilevata in qualsiasi compartimento ambientale”.
“Le micro e nanoplastiche inquinanti”, osserva Campanale, ”sono presenti in particolare nei suoli destinati all’agricoltura intensiva dove spesso viene utilizzata la pratica della pacciamatura, ossia il posizionamento di teli per aumentare la resa agricola ma la ricerca sulle microplastiche nell’ambiente terrestre è attualmente in una fase ancora embrionale”.
“La maggior parte delle indagini effettuate”, aggiunge la ricercatrice, “ha coinvolto plastiche convenzionali derivanti da combustibili fossili mentre studi sulla presenza di microplastiche “bio-based” nell’ambiente terrestre e dell’assorbimento di sostanze chimiche su microplastiche di origine biologica, sono quasi totalmente assenti”.
L’impegno di PolieCo-Cnr
A tal proposito attraverso un accordo di collaborazione tra il PolieCo ed il Cnr Irsa sarà effettuato uno studio degli impatti negativi sull’ambiente, in particolare sul suolo e negli ambienti acquatici di beni in asserita bioplastica ad uso agricolo.
Puglia, Sicilia, Campania
Puglia invasa dai rifiuti e flussi dalla Sicilia, Campania lavatrice d’Italia. È questo lo scenario preoccupante è desolante emerso dal Forum. La Puglia invasa dai rifiuti che arrivano dalla Campania. A lanciare l’allarme sono il Procuratore di Bari Roberto Rossi e del Tenente colonnello Pasquale Starace Comandante dei Carabinieri per la Tutela Ambientale per il Sud Italia, intervenuti oggi al Forum Internazionale Polieco sull’Economia dei Rifiuti ad Ischia. “Dalla Campania”, fa presente il procuratore Rossi, “ci stanno arrivando quantità enormi di rifiuti assolutamente non selezionati a causa di consolidati rapporti di collusione tra imprese che per veder salvi gli obiettivi economici favoriscono una cattiva raccolta e generano un imbroglio che produce cultura criminogena. Imprese che nell’illegalità pensano di poter fiorire ma che invece falliscono inesorabilmente, così com’è accaduto nel territorio barese dove si registrano tantissimi casi di bancarotta per le imprese che si occupano di rifiuti. E’ allora chiaro che il sistema deve essere ripensato e le parole d’ordine cambiate, pensando alla selezione prima che alla raccolta. Alla prevenzione prima ancora che alla repressione”.
Foggia situazione esplosiva
“I rifiuti che in Campania trovano solo terra di transito vengono poi destinati alla Capitanata, specie nella zona del Foggiano”, spiega il tenente colonnello Starace, “una situazione esplosiva che è già sotto la nostra lente di ingrandimento. Un’attenzione che in questo momento viene largamente data anche alla Sicilia. La Sicilia rappresenta un mondo a sé che viene da una gestione discarico- centrica in mano a pochi privati riferibili a sodalizi criminali. Quelle stesse discariche autorizzate più volte in sopraelevazione adesso si sono esaurite con migliaia di tonnellate di rifiuti che devono essere smaltite altrove. Gli stessi rifiuti stanno già arrivando negli impianti campani per poi trovare altre destinazioni. Non va meglio la situazione in Calabria”, incalza infine il tenente colonnello Starace, “dove per la gestione dei rifiuti c’è una sorta di ripartizione territoriale in Ato di matrice criminale”.