Nel secondo trimestre 2022 l’occupazione, misurata in Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno), conferma il suo trend di crescita sia rispetto al primo trimestre 2022 (+1,2%) sia su base annua (+4,9%) in quasi tutti i settori, fatta eccezione per quello agricolo. Un incremento che ripropone esattamente la dinamica del Pil, in crescita rispettivamente del +1,1% e del +4,7%.
In particolare, rispetto al I trimestre 2022, cresce il numero di occupati (+1,0%, Istat, Rilevazione sulle forze di lavoro) e crescono anche le posizioni lavorative del settore privato extra-agricolo (+1,2%, Istat, Rilevazione Oros), che aumentano nell’industria in senso stretto (+0,5%), nelle costruzioni (+2,3%) e nei servizi (+1,4%). Su base tendenziale, cioè confrontate con lo stesso trimestre dell’anno precedente, l’aumento degli occupati (+677 mila, +3,0%) si accompagna al forte calo delle persone in cerca di occupazione (-382 mila, -16,0%) e degli inattivi 15-64enni (-588 mila, -4,4% rispetto allo stesso periodo del 2021).
In un anno +287mila a tempo indeterminato, ma +425mila determinati
Secondo i dati del Ministero del lavoro e delle politiche sociali ricavati dalle Comunicazioni obbligatorie (CO), nel secondo trimestre 2022 le attivazioni di rapporti di lavoro alle dipendenze sono state 2 milioni 806 mila (+3,6% in tre mesi) e le cessazioni 2 milioni 647 mila (+4,6%). Se guardiamo al tipo di contratto, rispetto al primo trimestre 2022, sono +88 mila quelli a tempo indeterminato e +71 mila quelli a tempo determinato.
Di quest’ultimi, sempre in base alle Comunicazioni obbligatorie, il 37% ha una durata prevista fino a 30 giorni (il 13,3% un solo giorno), il 36% da due a sei mesi, e meno dell’1,0% supera un anno. Nel complesso, si riscontra un aumento dell’incidenza sul totale delle attivazioni dei contratti di brevissima durata (23,7% fino a una settimana, +3,9 punti rispetto al secondo trimestre 2021) e la riduzione dell’incidenza per le altre classi di durata, a eccezione di quella da 6 mesi a un anno che è in crescita (15,4%, +1,2 punti).
Crescono i lavoratori in somministrazione e a chiamata
Per quanto riguarda, il Contratto di prestazione occasionale il suo utilizzo è rimasto in linea con i valori del 2021, coinvolgendo mediamente, ogni mese, circa 15mila lavoratori. Nello stesso periodo del 2022, il Libretto famiglia registra in media mensile circa 12mila prestatori. Il lavoro indipendente, secondo la Rilevazione sulle forze di lavoro (Rfl) riportata dalla Nota trimestrale sulle tendenze dell’occupazione curata da Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal, rimane stabile in termini congiunturali e aumenta su base annua (+36 mila occupati, +0,7%). Cresce il numero dei lavoratori in somministrazione che raggiungono le 485mila unità (+50mila, +11,5% nei dati Inps-Uniemens rispetto al secondo trimestre 2021). Anche il numero dei lavoratori a chiamata o intermittenti continua a crescere in modo sostenuto (+91mila, +48,2% rispetto al corrispondente trimestre del 2021 nei dati Inps-Uniemens), sebbene a ritmi meno intensi dello scorso trimestre, attestandosi a 280mila unità.
Aumentano gli incidenti sul lavoro e le malattie professionali
Gli infortuni sul lavoro, accaduti e denunciati all’Inail nel secondo trimestre del 2022, sono stati 158mila (137mila in occasione di lavoro e 21mila in itinere), 39mila denunce in più (+32,8%) rispetto all’analogo trimestre del 2021Le denunce di esiti mortali sono state 232, una in più rispetto al secondo trimestre del 2021 (+0,4%). L’aumento tendenziale tra i due trimestri è fortemente condizionato dal diverso andamento della pandemia da nuovo Coronavirus: l’impennata dei contagi professionali a inizio anno 2022 si è poi ridotta nel corso del secondo trimestre, mantenendosi, però, su numeri molto più elevati rispetto a un anno prima, quasi il quintuplo. Anche depurando i dati dalle denunce da Covid-19, si registra comunque un sensibile aumento degli infortuni. Le malattie professionali denunciate all’Inail, protocollate nel secondo trimestre del 2022, sono state 16.637, 1.290 casi in più (+8,4%) rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.