È proprio dei personaggi più grandi, pontefici, leader ideologici, santi, continuare ad “agire” dopo il proprio passaggio all’Aldilà. Padre Pio diceva che avrebbe fatto “più rumore da morto”. The Queen ha radunato più di 500 teste coronate e capi di Stato, da morta.
Una lezione di diplomazia a tutto il mondo. Lezione non solo politica ma anche, direi soprattutto, di saper vivere e di carità, esercitati con la fermezza dolce e determinata che Her Majesty sapeva avere. Infatti, “la carità è paziente, è benigna” (1^ Cor 13,4), ma poi, alla fine dei tempi, il grano buono sarà separato dalla gramigna (Mt 13,30). Così, le assenze eccellenti danno al Suo funerale di Stato il sapore di un raduno escatologico, anche per la presenza di 183 tra benefattori, soccorritori marittimi ed altri sudditi distintisi per buone opere.
La lezione di Elisabetta II è certamente anche di stile, compostezza ed equilibrio. È, per il mondo, un esempio da poter integrare almeno minimamente nei differenti usi e costumi propri di ciascun popolo, perché si acquisisca tutti una qualità più elevata di rettitudine ed equità.
La Sua è una lezione anche individuale. Ciascuno di noi può cogliere ed apprendere il Suo saper vivere gioiosamente e con dedizione assoluta tanto la quotidianità personale quanto quella istituzionale, “lavorativa”, il Suo saper essere irrinunciabilmente donna ed irrinunciabilmente Regina, in spazi, fisici ed emotivi, rispettosamente e totalmente differenti. Instancabile ed amabile fino alla fine della Sua lunghissima vita. Virtù eroiche.
In privato, moglie, madre, nonna. In pubblico, Monarca: definizione appropriatissima per The Queen, “la” Regina, che realmente nella storia resterà Mònos, Unica.