Il contrasto alla crisi alimentare globale parte dalla tavola dei singoli cittadini che, attraverso le proprie scelte individuali di acquisto e consumo, possono contribuire anche alla mitigazione del cambiamento climatico e alla transizione ecologica. Ne è convinto il fondatore di Slow Food Carlo Petrini, che, in occasione della presentazione di “Terra Madre – Salone del Gusto 2022” alla Stampa estera, ha indicato cinque azioni prioritarie attuabili dai singoli cittadini.
“La società civile può essere artefice del cambiamento se: valorizza l’economia agroalimentare locale e la stagionalità dei prodotti; riduce lo spreco alimentare che oggi vede mandare al macero il 33% delle produzioni edibili che hanno peraltro richiesto risorse idriche e consumato terreni fertili; riduce il consumo di carni per favorire una dieta mista a prevalenza vegetale; taglia la plastica monouso che con maggior frequenza è utilizzata dall’industria delle bevande e alimentari; non predilige i cibi iper processati dove c’è tanta chimica”, ha detto Petrini.
“Il vero problema del momento è che, con lo sconquasso creatosi prima con la pandemia e poi con la guerra in Ucraina, la politica ha dimenticato il tema del cambiamento climatico e della finitezza delle risorse naturali, ma sono i giovani a chiedere attenzione su questo. E sono le emergenze della fame e malnutrizione che tornano a crescere nel mondo a dimostrare che va garantita, il più possibile, la sovranità alimentare di ogni Paese, a partire dall’Africa”, ha aggiunto.