I provvedimenti adottati dal Governo per gli aiuti alle imprese sono utili a quelle di grandi dimensioni che non hanno difficoltà a farsi riconoscere dalle banche i crediti d’imposta, diversamente dalle medio-piccole che costituiscono la spina dorsale produttiva ed occupazionale dell’Italia.
“Il credito d’imposta previsto per gli aiuti per far fronte ai costi energetici, per le piccole imprese, sta creando una situazione insostenibile, sia in termini gestionali che economici, con le banche che non lo riconoscono alle piccole imprese con fatturato al di sotto di un milione di euro, ciò sta determinando una serie di crediti ‘incagliati’ , penalizzando le piccole imprese, le quali non possono beneficiare di tale strumento e sono costrette a ricorrere a prestiti privati a tassi usurari. È evidente che questo rappresenta un grande fallimento politico per Governo e Parlamento che non hanno saputo dare risposte adeguate ad un settore in grave difficoltà”.
È quanto afferma la Presidente della Federazione Nazionale Medie e Piccole Imprese (FMPI), Antonina Terranova, in una nota congiunta con il Responsabile delle politiche fiscali, Andrea Castaldo. “È sotto gli occhi di tutti l’abnormità di tale disposizione, atteso l’attuale stato delle finanze di molte delle imprese coinvolte, alle prese con una ripartenza affossata dalla crisi energetica e da un’inflazione che ha raggiunto l’8% (dato non risultava così alto dagli anni ’80) – evidenzia Castaldo, che aggiunge:
“Governo e Parlamento hanno adottato un coacervo di norme sulla crisi di impresa che non sembrano cogliere le peculiarità e la ridotta dimensione delle aziende che compongono prevalentemente il nostro tessuto imprenditoriale. E ora di fermarsi con i decreti estemporanei e recuperare una visione strategica delle micro e piccole imprese, e costituire immediatamente un fondo di garanzia per sbloccare i crediti d’imposta per le aziende con fatturato al di sotto del milioni di euro”.