venerdì, 22 Novembre, 2024
Attualità

Salario minimo, cuneo fiscale, precarietà. Al via il Patto sociale del Governo

A Palazzo Chigi ieri Cgil, Cisl e Uil. Oggi le imprese

Il taglio al cuneo fiscale per innalzare le buste paga, il minimo salariale nella versione proposta dal ministro Orlando, e il rinnovo dei contratti di lavoro. Sono le tre priorità che il Governo ha stabilito di affrontare seguendo un calendario ravvicinato di confronti. Ieri a Palazzo Chigi il presidente del Consiglio Mario Draghi e i leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil hanno stabilito due date ravvicinate, il 26 e il 27 luglio che saranno decisive per dare soluzioni a questioni che il sindacato sollecita come prioritarie per disinnescare una crescente tensione sociale alimentata dalla rincorsa dei prezzi, dall’inflazione e il perdurare di uno stato di generale preoccupazione per l’arrivo dell’autunno.

Il percorso di Draghi

Lo scenario in cui si è mosso il premier non è dei migliori, tra le tensioni politiche di maggioranza e il clima di incertezze internazionali, ma ha voluto dare un segnale fi concreta disponibilità a favore delle richieste dei sindacati e del movimento 5S. Il Governo, infatti, ha proposto di aprire tavoli sul cuneo fiscale, la lotta alla precarietà del lavoro e sul salario minimo.

Il premier: difendiamo i salari

Il presidente del Consiglio ha risposto ampiamente alle domande dei giornalisti su temi sociali, economici e politici.
“La nostra economia sta andando meglio delle attese”, ha esordito Draghi, “ma l’inflazione erode il potere d’acquisto delle famiglie e aumenta i costi delle imprese soprattutto nel settore manifatturiero”. “Dobbiamo intervenire per sostenere l’occupazione e affrontare le disuguaglianze che si aggravano, per difendere pensioni e salari”, ha ribadito il premier. “Per far questo“, ha evidenziato Draghi, “occorre essere insieme e un coinvolgimento pieno del governo con le parti sociali”.
Il governo va avanti finché riesce a lavorare”

Draghi: serve un patto sociale

“Nei mesi scorsi ho auspicato un nuovo patto sociale per gestire la fase che stiamo attraversando”, ha ricordato il presidente del Consiglio, “lo scopo è la continuazione della crescita e la protezione del potere di acquisto di lavoratori, pensionati e famiglie. Occorre essere insieme, con il pieno coinvolgimento di governo e parti sociali”.

L’allarme sulla crescita

Il premier ha voluto ringraziare i sindacati per l’impegno mostrato. “L’economia italiana continua a crescere ma le previsioni sono piene di rischi, primo tra tutti l’aumento del costo della vita. Complessivamente, la nostra economia rispetto a quelle di altri grandi Paesi dell’Eurozona al momento sta andando meglio delle attese, ma sarei esitante ad estrapolare questo nei prossimi trimestri per i rischi che ci sono e sono davanti ai nostri occhi”, sottolinea Draghi che aggiunge, come l’incontro con i sindacati sia stato positivo, “Grazie a Landini, Sbarra, Bombardieri per la disponibilità e il contributo”.

Aiuti ma già fatto molto

“Abbiamo presentato ai sindacati le linee guida su temi chiave come i contratti collettivi e il cuneo fiscale”, rivela Draghi, “Abbiamo concordato di rivederci tra due settimane quando il governo presenterà un provvedimento corposo e in quell’occasione, prima di discuterlo in cdm, avremo un altro incontro con le forze sociali”. Il premier ha poi evidenziato: “il governo non è che non ha fatto nulla: abbiamo già fatto molto per famiglie e imprese con interventi da 33 mld. Cifra che una volta era di una-due manovre di bilancio mentre ora sono per mitigare i prezzi per i più fragili”.

Contratti scaduti? Inaccettabile

“Ci sono settori in cui i contratti collettivi siano scaduti da 3 anni, alcuni da 9 anni: ora dobbiamo affrontare quelli del commercio e dei servizi”, evidenzia ancora Draghi, “La contrattazione nazionale è uno dei punti di forza del nostro sistema, noi dobbiamo agire nell’interessi dei lavoratori che non se sono coperti”.

Ridurre il carico fiscale

L’impegno sarà rendere gli stipendi più remunerativi.
“Ora è importante mettere in campo misure strutturali per incrementare il netto salariale”. “Un nostro obiettivo è ridurre il carico fiscale sui lavoratori a partire dai redditi più bassi”, insiste Draghi, “nella riunione di oggi abbiamo stabilito un metodo di lavoro. Abbiamo presentato ai sindacati le linee guida su temi chiave come i contratti collettivi e il cuneo fiscale. Abbiamo concordato di rivederci tra due settimane quando il governo presenterà un provvedimento corposo e in quell’occasione, prima di discuterlo in Cdm, avremo un altro incontro con le forze sociali”.

A luglio misure urgenti

Presto le decisioni ha riferito ancora Draghi alla domanda sui tempi di attuazione delle riforme.
“Quello che si può fare nel decreto alla fine di luglio è molto urgente e ha poco di strutturale, la parte strutturale avviene nella legge di bilancio”, sintetizza il premier. “Siamo consapevoli di questa urgenza”, riflette Draghi, “non tanto per anticipare le azioni di un governo futuro, non sarebbe nelle azioni costituzionali di questo governo, ma semplicemente perché va fatto: gli italiani le vogliono, l’economia e la giustizia sociale hanno bisogno che si facciano”.

La proposta Orlando

Sul salario minimo il premier ha lasciato spazio a Orlando: “Tenere insieme contrattazione e salario minimo”, ha spiegato il ministro del Lavoro, “Stiamo cercando di costruire un meccanismo che tenga insieme il valore positivo della contrattazione con l’esigenza di definire un minimo salariale per tutti coloro che non beneficiano della contrattazione o che sono soggetti a contratti pirata. L’ipotesi su cui stiamo lavorando, che ha raccolto un preliminare consenso all’approfondimento, riguarda la possibilità di utilizzare come riferimento i contratti più diffusi o firmati dai sindacati più rappresentativi”.

L’incontro, le prospettive

Il vertice è stato breve, rispetto alle passate cavalcate notturne degli incontri tra sindacati e governi, è terminato dopo un’ora e mezza, presenti oltre al ministro Orlando, anche i ministri Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli e Renato Brunetta. Assente il ministro dell’economia Daniele Franco, che è a Bruxelles. Il Governo, è stato reso noto, è in procinto di varare un sostanzioso intervento prima di fine mese. Saranno riconvocati i sindacati per ragionare su una bozza di uno strumento legislativo capace di accogliere le indicazioni di Cgil, Cisl e Uil prima del Consiglio dei ministri.

Sbarra, incontro positivo

I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, hanno poi commentato con tono diverso l’ipotesi di percorso prevista dall’Esecutivo. “Il Governo si è impegnato ad un confronto strutturato e permanente con le parti sociali”, racconta il leader della Cisl, Luigi Sbarra, “Un incontro positivo, potenzialmente decisivo. Il Governo ha condiviso la nostra impostazioni, anche per governare le emergenze. Il governo conta di deliberare prima della pausa estiva” per “salari, pensioni e reddito delle famiglie”. “Un nuovo decreto a sostegno di salari, pensioni e famiglie”, evidenzia Sbarra, “il prossimo incontro tra il governo ed i sindacati dovrebbe avere luogo tra il 26 ed il 27 luglio”.  “Il governo”, sottolinea il segretario della Cisl, “non esclude di lavorare su un nuovo patto sociale che guardi ai fondi del Pnrr, sulla politica industriale e ambientale”.

Landini, attendiamo risposte

Non ha nascosto la sua insoddisfazione il segretario della Cgil Maurizio Landini. “Il Governo ha annunciato che intende fare un provvedimento entro il mese di luglio”, osserva perplesso, “ma i contenuti non li conosciamo. Numeri non ci sono stati fatti. Ci si è fermati a temi come la difesa del potere d’acquisto, la precarietà, il salario minimo. Al momento non abbiamo risposte. Ad oggi risultati non ce ne sono”. Per Landini però il tempo non è scaduto. “Abbiamo ribadito che dobbiamo agire e non possiamo aspettare la legge di bilancio”, sottolinea il segretario della Cgil, che pur apprezzando il clima di ascolto, commenta: “Sul piano del metodo c’è una novità, non su quello dei contenuti”.

Bombardieri, salari e pensioni

Per il leader della Uil le emergenze sono salari e pensioni, temi che sono rimasti senza soluzioni chiare. “Sull’emergenza bollette, sui salari e sulle pensioni abbiamo chiesto al Governo di intervenire subito. Bisogna detassare gli aumenti contrattuali e la contrattazione di secondo livello e aumentare il netto in busta paga”, commenta Pierpaolo Bombardieri. “Abbiamo ricordato al presidente del Consiglio che ci sono delle emergenze: salari, pensioni e lavoro precario”, prosegue il segretario generale della Uil, “Se dovessimo parlare di tavoli ce ne sono alcuni, che sono quelli aperti e non più chiusi, ovvero lavoro, riforma fiscale, riforma del welfare e delle pensioni. Su quei tavoli abbiamo chiesto di riprendere il confronto”.

Le proposte sul tavolo

Durante il confronto i sindacati hanno rilanciato le loro proposte. Si tratta di richieste imminenti, come di aumentare la tassazione degli extraprofitti per le imprese energetiche, la proroga del taglio delle accise sui carburanti, l’allargamento della platea di chi può usufruire degli aiuti sulle bollette, la conferma del bonus da 200 euro da allargare a precari e autonomi, la possibilità di destinare i tagli al cuneo fiscale solo ai lavoratori, di detassare la contrattazione di secondo livello.

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