La crisi ha inciso negativamente anche sulla distribuzione dei redditi lavorativi. La retribuzione media delle donne nel 2021 risulta pari a 20.415 euro, sostanzialmente invariata rispetto agli anni precedenti e inferiore del 25% rispetto alla corrispondente media maschile.
“La diseguaglianza nei redditi, oltre che essere aumentata, è pervasiva e attraversa tutte le dimensioni di genere, di età, di cittadinanza, di territorio. Essa origina anche dal moltiplicarsi delle forme contrattuali, oggi pari a ben 1.011: troppe e spesso non rappresentative”.
Lo ha detto il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, nel corso del suo intervento alla presentazione del XXI rapporto annuale alla Camera. “Idealmente, un riordino della disciplina contrattuale legata alla rappresentatività dei soggetti contraenti, affiancata a un minimo salariale legale, produrrebbe un contenimento delle disuguaglianze osservate, oltre che facilitare l’esercizio della vigilanza documentale da parte dell’Inps sul rispetto dei minimi contributivi”, ha aggiunto.
Secondo Tridico “il problema della diseguaglianza è anche legato alla dispersione degli orari di lavoro, ma il divario di genere e la povertà lavorativa non rappresentano gli unici problemi del mercato del lavoro italiano: abbiamo uno storico divario territoriale”.