La guerra in Ucraina e gli alti tassi di inflazione stanno mettendo a dura prova le catene di approvvigionamento per i farmaci più essenziali, in particolare i farmaci generici, che rappresentano il 70% di quelli dispensati in Europa per il trattamento di condizioni gravi come cancro, malattie autoimmuni, malattie respiratorie e malattie cardiovascolari. Questi farmaci sono pilastri fondamentali per i sistemi sanitari resilienti e per questo servono politiche adeguate a sostenerne l’utilizzo”. La raccomandazione arriva da Medicines for Europe, l’associazione europea dei produttori di generici, biosimilari e Value Added Medicines, in occasione della propria Conferenza annuale in corso a Barcellona.
Quattro le azioni suggerite dall’associazione al legislatore europeo in vista della revisione della Legislazione farmaceutica UE ormai ai nastri di partenza dopo la consultazione pubblica conclusasi nel dicembre scorso: incoraggiare l’uso di medicinali generici, biosimilari e a valore aggiunto per aumentare l’accesso dei pazienti alle cure garantendo la sostenibilità dei bilanci dei sistemi sanitari; supportare la risposta dell’industria dei medicinali fuori brevetto all’inflazione rivedendo le linee guida per le gare ospedaliere e salvaguardare il settore manifatturiero farmaceutico nei piani di risposta alle emergenze; sostenere la creazione di catene produttive e di approvvigionamento durevoli, consentendo l’accesso ai fondi UE e agli aiuti di stato; valutare in modo critico il sistema della tutela brevettuale sui farmaci, intraprendendo azioni orientate ad eliminare gli abusi e sostenere con forza la piena entrata in vigore dal 1° luglio dell’SPC manufacturing waiver, ovvero la deroga che consente alle imprese con sede in Europa di iniziare a produrre durante il periodo di vigenza del Supplementary Protection Certificate – SPC e, di conseguenza, di mantenere le produzioni nel territorio della Unione europea. L’Italia appare ancora tra i Paesi a più scarso utilizzo di farmaci generici equivalenti, con una quota percentuale che ha solo recentemente toccato il 30% dei farmaci dispensati a livello nazionale.
“Un numero – ha commentato il presidente di Egualia Enrique Häusermann – che testimonia un progresso costante ma, allo stesso tempo, una cifra ben lontana da quanto in queste ore abbiamo letto su alcuni organi di stampa che assegnerebbero addirittura un 67% di utilizzo in Italia. Semmai questa cifra si riferisce a tutto il segmento dei farmaci fuori brevetto, non certo solo ai generici che, lo ricordo, sono il motore della concorrenza e dell’accesso assieme ai biosimilari”.
“La revisione della legislazione farmaceutica ora in corso da parte della Commissione Europea (Pharma Strategy) – ha aggiunto Hausermann – rappresenta un’occasione unica che cambierà il futuro del settore farmaceutico in Europa, sotto il profilo normativo, le procedure di acquisto, la politica industriale e quella della protezione brevettuale.
Egualia intraprenderà a partire dall’assemblea pubblica di settembre, un percorso di confronto con le istituzioni italiane ed europee su questo importante momento di cambiamento per il settore farmaceutico”. “Le nostre raccomandazioni – ha affermato Elisabeth Stampa, presidente di Medicines for Europe – garantiranno che i farmaci rimangano disponibili, convenienti e accessibili per i pazienti, riducendo il rischio di carenze e aumentando l’autonomia strategica europea”.
“Stiamo rivedendo la legislazione farmaceutica europea e gli obiettivi sono chiari – ha commentato Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea per la promozione dell’European way of life – dobbiamo disporre di medicinali accessibili a tutti e garantire che l’industria europea rimanga un leader mondiale dell’innovazione. Questi due obiettivi non sono in antitesi tra loro: al contrario, sono entrambi possibili, dobbiamo solo trasformarli in realtà”.