ROMA (ITALPRESS) – A distanza di poche settimane dalla scadenza per l’erogazione del bonus 200 euro è ancora tutto in alto mare, un caos e la tensione continua a salire tra chi, da una parte, ne avrebbe diritto, cioè dipendenti, pensionati, percettori di reddito di cittadinanza, e chi, dall’altra, in primis i datori di lavoro, chiamati a erogare tale bonus, per poi procedere al conguaglio con i contributi.
È quanto denuncia Unimpresa, che chiede un immediato intervento dell’Inps con una circolare per chiarire definitivamente tutti i dubbi e illustri dettagliatamente le istruzioni operative: va esteso dal 30 giugno al 31 dicembre il termine per erogare il bonus da 200 euro.
“In questa occasione sta emergendo tutta l’improvvisazione che spesso ha caratterizzato la macchina pubblica, sempre più focalizzata sugli annunci con fini chiaramente elettorali, per poi preoccuparsi solo dopo di capire come effettivamente quegli annunci possano trasformarsi in provvedimenti concreti” commenta il consigliere nazionale di Unimpresa, Giovanni Assi.
“Sul bonus 200 euro è una baraonda, si sta assistendo a tutto e forse anche di più, una totale improvvisazione, cominciando dall’ennesimo fardello burocratico che sta ricadendo in queste ore sulle spalle delle nostre aziende che saranno chiamate (gratuitamente ed anzi sostenendo costi impiegando risorse umane) a fungere da funzionari statali. Le aziende sono infatti costrette a consegnare autocertificazioni, dovranno avere cura di illustrarle ai propri dipendenti e di raccoglierle nuovamente compilate verificandone la spettanza del beneficio” aggiunge Assi.
Secondo il consigliere nazionale di Unimpresa, “c’è da chiedersi cosa accadrà in quelle aziende meno strutturate e di piccole dimensioni, dove non vi è un ufficio del personale dedicato e dove il datore di lavoro, spesso in prima linea nel lavorare, dovrà occuparsi anche di questi aspetti. Non è chiaro, ad esempio cosa accadrà se un lavoratore non dovesse consegnare la dichiarazione entro luglio.