Promuovere e valorizzare la cultura della conversione ecologica e utilizzare fonti rinnovabili: sono alcuni dei suggerimenti che Papa Francesco ha inserito nella Enciclica “Laudato si’ sulla cura della casa comune”.
Ma quanti – nell’ambito della Chiesa italiana – si sono effettivamente mobilitati per lanciare ai fedeli indicazioni chiare, prima che sulla scena dei social facesse la sua apparizione la giovanissima Greta?
Una storia di impegno concreto in questa direzione arriva dalla Campania. E a raccontarla, in esclusiva, a la Discussione è il suo protagonista: don Federico Battaglia, il quale, come direttore della Pastorale Giovanile dell’Arcidiocesi di Napoli, è uno dei più stretti collaboratori del cardinale Crescenzio Sepe.
Il dinamico sacerdote, laureato all’Università “Federico II” in Ingegneria, ha rivoluzionato il sistema di efficientamento energetico della sua parrocchia alle falde del Vesuvio (Sant’Antonio da Padova in Trecase) grazie ad un impianto fotovoltaico all’avanguardia che produce energia pulita e non inquina. Proprio come auspicato dal Santo Padre.
Don Federico, lei oltre ad essere un profondo conoscitore delle Sacre Scritture, è un esperto di efficientamento energetico: ci può spiegare di che cosa si tratta?
“Si tratta di un insieme di operazioni che possono riguardare edifici sia pubblici che privati o anche complessi di attività che vengono messe in campo per contenere i consumi energetici, ottimizzando il rapporto esistente tra fabbisogno energetico (di luce e gas) e livello di emissioni”.
Come le è venuta l’idea di coniugare questi principi con l’attività del suo Oratorio?
“L’Enciclica Laudato si’ di Papa Francesco evidenzia l’urgenza di promuovere le energie rinnovabili e una riconversione ecologica a livello planetario per contrastare gli effetti del cambiamento climatico. In questo momento, inoltre, è ancora più urgente la necessità di favorire una rapida transizione verso le energie rinnovabili e pulite. Gli effetti negativi del riscaldamento globale sono, infatti, ormai incontrovertibili e tali da richiedere un radicale cambiamento nel paradigma di produzione dell’energia”.
E così ha deciso di far installare i pannelli solari sul tetto dell’Oratorio?
“È stata la logica conseguenza della scelta di seguire le sollecitazioni del Santo Padre. I vantaggi, del resto, sono sotto gli occhi di tutti. I pannelli consentono un minore dispendio energetico. Si tratta di un sistema ad emissione zero, realizzato con materiali totalmente riciclabili e che garantisce l’assoluta economicità, visto che la produzione di energia giornaliera avviene in eccesso, di modo che il surplus venga conservato per i momenti di necessità (di notte, e nei periodi di minore esposizione solare)”.
Quali benefici ha portato questa svolta green?
“Tantissimi. Il nostro Oratorio, fondato dal compianto don Antonio Izzo, ospita settimanalmente centinaia di ragazzi che prendono parte alle attività ludico – ricreative utilizzando la sala teatro, i locali della nostra palestra. Provate ad immaginare l’entità del risparmio energetico in una giornata di freddo e pioggia con l’impianto di riscaldamento accesso e le docce in funzione. Anche questo è un modo per vivere in piena la dimensione del nostro credo”.
In che senso?
“Glielo spiego con un aneddoto. Dopo l’omicidio del giudice Rosario Livatino gli inquirenti trovarono nella sua auto un biglietto dove c’era scritto: alla fine non ci sarà chiesto se siamo stati credenti ma se siamo stati credibili. Una frase bellissima che punta l’accento su due aspetti essenziali per la vita di un cristiano: la verità e la coerenza. Facciamo un piccolo esame di coscienza: facciamo scelte di vita coerenti con la nostra fede? Ecco da qui dovrebbe partire quella conversione integrale alla quale ci chiama Papa Francesco”.